2a Guerra mondiale

TROPEPE Vincenzo di Bari (Russia) – Vitoronzo Pastore

Maresciallo maggiore TROPEPE Vincenzo inquadrato nella Direzione Sanità dell’Intendenza 8ª Armata P. M. 102

Biglietto manoscritto il 7.12.42 e inoltrata il 9.12.42 dall’Ufficio dislocato a Voroscilovgrad, per Bari

Mia cara Angelina, questa sera ho ricevuto due tue lettere, una del 29 e l’altra del 27 dicembre, le quali le ho letto tutto d’un fiato e sono rimasto davvero contento nel modo come mi parli con belle parole, specie quella del 27, e come al solito chissà quante altre volte la leggerò! Mi sembra di stari accanto, ricordi con nostalgia quando io stavo a casa, il mio orario di ufficio, le mie abitudini, il mio orario che mi ritiravo a casa. Ora, invece, la mattina non mi vedi uscire e la sera non mi vedi rincasare. Certo, quando c’ero io per te era tutto diverso, lo so che io sono la tua vita, la tua esistenza e per quanto comprendo bene, non ti rassegni facilmente e se ciò lo farai, lo farai per forza. Sono tanto contento nel dirmi che dopo saremo felici. Si, anch’io spero così, sì, deve ritornare il nostro tempo d’amore. Mia cara, mi dici sempre di coprirmi e di curarmi, stai tranquilla che non manco a questo; sappi che ciò lo devo fare per forza per conservarmi bene perché a te ci tengo e sarò più forte di come ci siamo lasciati. Sono ancora giovane e se Dio vuole, dobbiamo godere la nostra vita. Mi dici del vino caldo con lo zucchero, va bene, ora farò come tu dici, e se lo dici tu, deve essere molto buono. Mi dici che Silvio è sempre lo stesso, cosa vuoi fare, quello è sempre stato così, un po’ di pazienza, cerchi di prenderlo con le buone. Le due righe che ha scritto sulla tua, dice che fa il buono, anzi, molto buono, che vuoi fare, è nato così. Mi domandi del mio stipendio, ciò te l’ho detto con la lettera del 2 corrente e in data 3 ho spedito un vaglia di lire 5.000. A quello di Roma ho già scritto, domani scriverò pure ad Olivieri. Fammi sapere se Lazzo provvede mensilmente. Bonacci sta bene e giorni fa gli ho scritto alla farmacia, perché mi ha scritto diverse volte da Bari. Sono contento che Loscaro e la sua signora dimostrano sempre il solito affetto per noi. È vero, gli unici che sono rimasti, mentre gli altri sono canaglie, ma a noi non ce ne importa, noi abbiamo Iddio che ci protegge e ci basta. Mi dici per Santeramo in Colle, ha ragione perché qui tutti i giorni ascoltiamo il giornale radio e so tutto quello che succede. A Genova, a Milano, a Torino, a Napoli. Cosa vuoi fare sulla povera popolazione civile inerme. Ora se tu decidi di andare a Santeramo, fai tu come è meglio, ma non credo che veramente a bari, perché come sai, Bari non è il centro che le possa riguardare. Mi dici se ho ricevuto, i tre pigiami mi vanno benissimo, sembrano fatti su misura, sono anche contento come colore. Mi dici per la biancheria, stai tranquilla che la biancheria me la lavano bene, sono riuscito a trovare una famiglia pulita e cerca di accontentarmi secondo il mio volere. So bene che oggi la roba costa e non se ne trova. Mi dici che non puoi stare calma perché tutto il peso è sulle tue spalle, sì lo so,  ma so bene che a te il peso della casa non ti fa impressione,  è  la mia lontananza, non è vero? Sii buona e non ti inquietare che questo periodo passerà presto. Mi dici di quelli di Cerignola che hanno rallentato la corsa, non lo so, certo è che mi hanno scritto assicurandomi che avrebbero provveduto. Mi dici che la vita costa molto, capisco, ora non c’è da fare economie, del resto pensi alla tua salute e quella dei nostri ragazzi e non pensare a moneta. Sono contento che i ragazzi stanno bene, questa è la mia contentezza quando so che voi state bene, io sto tranquillo di me non pensare nulla, ora la passo molto bene, anzi, mi sono così rassegnato che tu non ci puoi credere; io stesso mi faccio meraviglia mi sto adattando a tutto. Tu sai come ero fanatico, come ero meticoloso su tutto; sul mangiare, dormire, vestire, biancheria, colletti, cravatte ecc. ecc., ora non ci penso più, sono diventato apatico, due cose penso: la salute e la famiglia. La famiglia è il mio Angelo che è nuovamente lontana. Mi dici che laggiù è incominciato il freddo. Fammi sapere se ti sei provveduta del carbone, legna e carbonella. Mi dici il caffè di non berlo tutto, non ho capito. Spiegami meglio. Mi dici che è venuta la moglie di Ricciardi. Si, questa sera ho ricevuto la sua lettera, va bene, ora vedrò di che si tratta e ti farò sapere qualche cosa, l’ospedale di Ricciardi è qua vicino e domani telefonerò, per avere notizie. Il fidanzato della signorina di Genova sta bene, ci vediamo spesso, se la signorina ti dovesse domandare puoi assicurarla. Chiudo col lasciarti fortemente con baci ai figlioli, tuo Vincenzo. Buone feste Natalizie, saluti, Alfredo, papà e tutti in famiglia.

Pugliesi nella Intendenza dell’8ª Armata – Russia – Vitoronzo Pastore

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