Giovanni FRASSOLDO
Franchigia manoscritta il 19 giugno 1942 dal tenente Giovanni FRASSOLDO, era inquadrato nel Nucleo di Collegamento con il Gruppo d’Armate Germaniche presso il Comando della 8ª Armata, inoltrata il 21.6.42 dall’Ufficio P. M. n. 102 dislocato a Stalino-Yasinotoje, anziché da P. M. n. 6 non ancora operativo, per Campolongo al Torre (Udine), timbro di arrivo il 30.6.42
Mia cara Erica, domani parte un corriere per l’Italia, così ti posso di nuovo scrivere. Ti scriverò anche domani mattina. Così almeno riceverai 2 cartoline in una volta. Ieri fu qui il nostro Comandante in Capo. Persona simpatica, gli fummo tutti presentati. Deve conoscere la nostra famiglia perché mi disse che sapeva che il tedesco lo conoscevo da casa. Dopo pranzo lo accompagnammo all’aeroporto. Feci parecchie foto che spero siano ben riuscite. Ieri c’era un bel sole, oggi nuovamente diluvia. Una vera disperazione. Ieri ho disposto che del mio stipendio, £ 2500 venivano pagate a te, mi restano circa £ 1500 per le spese di mensa e varie, credo però che il prossimo mese potrò farti eseguire £ 3000 in quanto da spendere qui oltre la mensa non c’è niente. Il denaro migliore sono le sigarette così, visto che qua non si fuma, accumulo la mia spettanza giornaliera (gratuita) di sei sigarette e con queste comprerò qualche cosa. Vorrei prendere qualche tappeto ucraino e se trovo, qualche bella vecchia icona. Nel museo ce ne sono di bellissime. Del resto qui non si trova niente che valga la pena di essere acquistato. Naturalmente questo denaro lo impiegherai al tuo talento; sarei però tanto contento se sapessi che ci possiamo passarci tutto il tempo della mia ascesa a Brunico, con te magari in un buon albergo dove non ti manchi nulla. Che fa la mia Tusci? Chissà come le farà bene l’aria di montagna! Se mi mandi la divisa accludi al pacco i seguenti oggetti: 10-15 rotoli di tabacco da pipa “Italia”, sono scatole rotonde di carta, smacchiatore Tris, ci sono vari tipi contrassegnati da una fascetta di vario colore di tela gommata; prendi il migliore. Se la divisa non la avessi già spedita, non mandarmi niente. Per il tabacco mi arrangerò con i tedeschi, per il Tris vedrò di non pensarci. Per le cose che ti dissi ce li faremo probabilmente venire da Locarno dove c’è una ditta che è attrezzata per l’argomento. Baci, Nino.
Biglietto in franchigia manoscritto il 28 giugno 1942 dal tenente Giovanni FRASSOLDO, era inquadrato nel Nucleo di Collegamento con il Gruppo d’Armate Germaniche presso il Comando della 8ª Armata, inoltrata il 2.7.42 dall’Ufficio P. M. n. 57 dislocato a Stalino (Doneck, ora Russia), per Campolongo al Torre (Udine), timbro di arrivo il 10.7.42 e inoltrata a Brunico (Bolzano)
Bu lì Bu mia adorata! Ieri mi hanno telefonato da Stalino che oggi sarebbe venuto qui un aereo con posta per il Nucelo. Spero proprio di ricevere parecchie tue lettere. Ti confesso che questa pessima organizzazione della nostra posta in arrivo mi rende rabbioso; del resto lo sono pure gli altri ufficiali. Ci consola che la nostra posta in partenza viene inoltrata abbastanza frequentemente. Oggi, per cambiare, diluvia. Dopo quattro giorni di tempo magnifico. Spero che questa pioggia non pregiudichi l’arrivo dell’aereo. Ieri, dalle ore 18,00 alle 20,30 sono stato con Tosti in teatro a vedere la Batterfly. La davano in ucraino. Buoni attori con bellissime vociò. Anche la messa in scena molto curata. Abbiamo passato due belle ore. Il teatro era pieno; circa 7-800 persone. Il teatro di Poltawa è molto carino, costruzione Zarista, mantenuto perfettamente. Vi danno parzialmente opere ed operette, specialmente opere italiane, Puccini, Verdi. Non so cosa scrivere, sono nervoso perché attendo le tue lettere con tutte le notizie che tanto mi interessano. Qui vita solita – ore 15,45 ho interrotto perché mi ha chiamato il Signor Colonnello. Ritornato in ufficio, trovo sulla mia scrivania le tue lettere, ho urlato di gioia. Stavo per leggere quando ho ricevuto l’ordine di accompagnare tre ufficiali superiori fra cui l’addetto militare a visitare il bosco. Poi sono andato con loro al Comando Supremo quale interprete. Ritornato al nostro Comando alle 19,30, cambiato in fretta e ritornato con uno degli ufficiali superiori, un maggiore, da un colonnello tedesco. Sono rientrato ora. Ho divorato le tue lettere. Sono tre: del 17, del 18 e del 21, mancano altre due la decima e la tredicesima, chi sá quando arriveranno. Le prime due erano intatte, la terza censurata. La terza è arrivata presto, 6 giorni. A Stalino sarà arrivata ieri o ieri l’altro. spero che le mie lettere spedite da qui abbiano impiegato meno tempo di quelle spedite durante il viaggio. Tu non sai tutta la mia felicità . non ho parole per esprimerla. Piangerci dalla gioia, se non mi vergognassi. Sono proprio contento che tu stia bene. Però in montagna ci devi andare. Riposi bene e sarà magnifico. No mia Buli, le tue lettere sono sempre uguali; sempre ugualmente care e sempre ugualmente rispecchiano il tuo carattere. Se ti amo? Ti adoro! Se così non fosse non mi sentirei così cappero, felice, oggi, Sai, non ne potevo più di essere senza tue notizie. Perché dici che non ci rivedremo quest’anno? Invece ci rivedremo di sicuro. La nuova vita, mia Erica, la vivrem e sarà bella e lunga. Darà una meritata ricompensa a quanto abbiamo sacrificato e non è poco, è la gioventù, sull’altare della Patria e del dovere. E ritorneremo giovani affinché la nostra vita possa essere completa. Metteremo al bando la durezza e la tristezza affinché intorno a noi, finalmente e per sempre, ci sia allegro lavoro e più di vita. Ora bisogna stringere i denti con tutta la forza, soffocare la nostalgia, altrimenti questa soffoca te; non pensare all’oggi e al domani, ma al futuro che sarà nostro e sarà bello. Pensare che quando questo futuri sarà presente, ritorneranno con lo sguardo della mente a questi giorni duri e rimpiangeremo il Destino di averceli fatti pesare perché in essi ci siamo temprati. Oggi hanno comunicato che le nostre truppe sono a 30 km oltre! È magnifico, lui riempie un orgoglio. Orgoglio di soldato italiano, di cittadino in ciò vede decisioni della prossima grande vittoria. Vittoria che lo riporterà alla sua casa e al suo solito lavoro. Dunque “su con la vita”. Anche a Tusci devi dire di non essere triste perché sono via. Papà sta facendo un bel viaggio dove vede molte cose nuove. Ritornerà presto e le racconterà tante belle storie di paesi lontani, delle usanze strane, dove le case sono di fango, dove la gente è bruna ed ospitale, dove ci sono estensioni immense di lauro e di monti. Quanto vi penso! Con infinito amore, infiniti baci, sempre tuo Nino.
Coraggio e lacrime dalla Russia 1941-1943 – Vitoronzo Pastore