I.M.I. Internati Militari Italiani

STAMMLAGER – COLAZIONE E RANCIO -Vitoronzo Pastore

Colazione e rancio furono “fatti passare in cavallina”

Nativo di Bitonto, classe 1898, Michele Abbadessa fu Tenente Colonnello del Regio Esercito durante l’ultima guerra. All’indomani dell’8 settembre fu catturato dai Tedeschi in Albania e internato in Germania. Del suo calvario ha lasciato traccia in un prezioso diario che è riportato nel tomo II di ‘Stammlager, l’incubo della memoria’, un poderoso studio di Vitoronzo Pastore sul dramma degli Internati Militari Italiani. Particolarmente interessanti sono alcune pagine dedicate alla ‘bufera infernale” del 29 marzo 1944 : “E’ ancora buio…un improvviso quanto inaspettato colpo di tromba… Come mai stamane l’appello così presto?… Non c’è che fare, vestirsi in tutta fretta e scendere… tutti indistintamente… persino quelli ricoverati in infermeria… alcuni di questi… vennero in barella” Dopo essersi radunati come ogni mattina “nel solito viale… sotto le piante d’ippocastano”, gli infelici vengono avviati “come altrettanti branchi di pecore o di buoi in spazi quadrati poco distanti e recintati da alto reticolato in filo spinato”. Ancora non è dato capire il perché di questa novità. E’ una giornata particolarmente fredda : -20°. “Fortunatamente è concesso rompere le righe… Il vento sibila sinistramente sollevando pastrani e mantelle, la neve trasportata in moto vorticoso penetra ovunque”. Entro la foschia provocata dalla neve in continuo mulinello gli internati “corrono senza posa, isolati, a gruppi”. Il supplizio si protrae per ore. “Tutti ci vediamo dipinta sul viso la sofferenza e il disagio ; alcuni… vengono meno”. Tutti “come assopiti in un sonno ipnotico” attendono con rassegnazione la fine di quel martirio. Dopo quasi otto ore, i prigionieri vengono “ricoverati in un grande magazzino pieno di ogni sorta di oggetti da lavoro e già stalla… il freddo si sente un po’ attutito”. Finalmente si viene a sapere il perché di quell’anomale e stremante adunata : “SS stanno facendo una minuta perquisizione in tutte le camerate alla ricerca di apparecchi radio, binocoli, macchine fotografiche, carte topografiche e altri generi vietati”. La perquisizione non diede i risultati sperati, salvo “qualche pinza, qualche tenaglia e qualcosa d’altro genere che serviva a costruire fornelli”. Indispettite, le SS “si abbandonarono ad atti che stanno a dimostrare in loro il mai non mai abbastanza sopito o scomparso sentimento di rapina, come il sequestro di razioni di pane eccedenti quella giornaliera e di altre cibarie  ricevute con i pacchi inviati dai famigliari..  A me furono asportate le scarpe polacche”. Alle 16:00, ora di “chiusura della cerimonia, abbiamo dovuto subire ancora una perquisizione personale… temevo per l’orologio e il braccialetto, per la penna stilografica e matita d’oro, ma riuscii a farla franca”. Non tutti ebbero la stessa fortuna, visto che  “molte sterline e oggetti di valore furono sequestrati”. Quegli uomini erano a digiuno dalle 16:00 del giorno prima “ché anche il cosiddetto tiglio (una bevanda distribuita al mattino – n.d.r.) e il rancio delle 11:30 vennero con termine militaresco in voga  fatti passare in cavallina”. Solo alle 17:00 venne distribuita “una broda di cui mai riuscii a comprendere il gusto e la composizione”.

Italo Interesse

 

I. M. I. Il Maggiore e la condizione kafkiana – Vitoronzo Pastore

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