Guido ZANETTI
Noto come Ido Zanetti, nacque il 31 marzo 1912 a Civitella di Romagna (Forlì), gemello di Antonio detto Nino. Morì il 1° novembre 1938 a Barcellona. La passione per lo sport e per l’avventura portarono i due gemelli ad appassionarsi al volo. Prima ancora di completare gli studi presentarono domanda per l’arruolamento volontario nella Regia Aeronautica. Superate le prove, nell’ottobre 1932, venne ammesso, insieme al fratello gemello Nino, a frequentare il Corso “Marte” alla Regia Accademia Aeronautica di Caserta. Il 22 gennaio 1935 venne nominato pilota di aeroplano e il 4 luglio il brevetto di pilota militare con nomina a sottotenente e destinato a prestare servizio presso l’8° Stormo Bombardamento Terrestre di Poggio Renatico. Nel novembre 1935, il fratello gemello Nino venne inviato a combattere in Somalia, Ido presentò domanda per raggiungerlo, ma gli fu rifiutata. Il 16 aprile 1936 venne promosso tenente e successivamente fu trasferito al 16° Stormo da Bombardamento Terrestre. Nel corso del 1937 presentò domanda per partire volontario per la Guerra di Spagna. Giunse in terra iberica il 5 gennaio 1938 e assegnato alla 32ª Squadriglia del 6° Gruppo Caccia e Mitragliamento basato a Utrilla della quale assunse il comando poche settimane dopo, sostituendo il capitano Ferruccio Vosilla rimasto gravemente ferito. Questo reparto fu quello che registrò le maggiori perdite in uomini e velivoli, dato il tipo di missioni effettuate, come l’attacco a bassa quota contro le postazioni avversarie, le crociere di interdizione e le missioni di scorta ai bombardieri. Il 5 maggio a Saragozza ebbe modo di incontrare il fratello Nino, giunto anch’egli in Spagna. Il 26 giugno i due effettuarono un volo sullo stesso apparecchio Savoia-Marchetti S. 79 Sparviero impegnato in una missione bellica nel settore di Castellón de la Plana.
Il 24 agosto il suo caccia, Fiat C.R. 32 rimase seriamente danneggiato nel corso di un violento combattimento con caccia repubblicani, mentre il 4 settembre atterrò fuori campo con l’aereo colpito al radiatore. Alle 7,45 del 1º novembre decollò da Caspe alla testa di una formazione di otto C.R.32 per eseguire una crociera di interdizione. In quel momento erano in volo ulteriori 41 C.R.32, dei quali 14 spagnoli al comando dal capitano Angel Salas Larrazabal. Per contrastare l’azione dell’aviazione repubblicana mandò in volo tutti i velivoli da caccia ancora disponibili, ben 94, suddivisi in una prima formazione di 48, seguita da una seconda di 46. Quel giorno avvenne il più grande combattimento aereo nel corso dell’intera guerra, con gli italiani e i nazionalisti che dichiarano l’abbattimento di 16 caccia avversari, mentre a sua volta e i piloti repubblicani reclamarono quello di 15 caccia Fiat, compreso quello del tenente Ido Zannetti. Dopo l’atterraggio a Caspe i piloti della squadriglia dichiarano di aver visto il loro comandante gettarsi all’inseguimento di un caccia repubblicano e di averlo successivamente perso di vista.
Con l’apparecchio ormai in fiamme il tenente Zannetti si era lanciato col paracadute finendo in territorio controllato dal nemico. Catturato, date le ustioni riportate, fu portato all’Ospedale Platón di Barcellona per essere ricoverato, ed in campo nazionalista vi fu, da subito, una notevole incertezza sulla sua sorte. Le prime notizie date al fratello e quindi alla famiglia, dicevano che non era rientrato dalla missione, e poi che era stato fatto prigioniero dei repubblicani. Il 5 gennaio 1939, il tenente colonnello Arrigo Tessari, comandante del 16° Gruppo Caccia “Cucuracha”, dichiarò che già da tempo inviò alla Croce Rossa Internazionale e alle autorità italiane, la morte di Ido avvenuta per le ferite e le ustioni riportate nel combattimento. Il 23 febbraio dello stesso anno fu redatto l’atto di morte per causa di servizio. Quando le truppe nazionaliste conquistarono Barcellona il fratello Nino eseguì numerose ricerche, ripetute più volte nel tempo, ma il suo corpo non venne mai ritrovato. A guido Zanetti gli fu concessa la Medaglia d’Argento al Valore Militare, la Croce al merito di Guerra e la Medaglia d’Oro al Valore Militare alla Memoria con la seguente motivazione:
Volontario in missione di guerra per l’affermazione degli ideali fascisti, comandante di squadriglia da caccia, in numerosi combattimenti sostenuti dava prova di eccezionali prove di valore e ardimento contribuendo ad abbattere numerosi apparecchi avversari. Il 1º novembre 1938, impegnato in combattimento contro soverchianti forze aeree nemiche, sosteneva con il suo reparto l’impari lotta e moltiplicando le forze col suo valore e la sua aggressività abbatteva in collaborazione con altri piloti ben 12 apparecchi avversari. Sopraffatto dal numero, gravemente ferito e con l’apparecchio in fiamme si lanciava con il paracadute e fatto prigioniero, soccombeva dopo due mesi di atroci sofferenze per le gravissime ferite riportate, suggellando eroicamente tutta una vita di dedizione alla patria.
Cielo di Spagna, 5 gennaio – 1º novembre 1938