Sergente Pietro VASCO, era inquadrato nel 54° Reggimento Fanteria della Divisione “Sforzesca”, Posta Militare n. 69
Lettera in busta per via aerea, affrancata con lire 1 (c. 50 p.a. “Pegaso e c. 50 “Imperiale”), manoscritta il 22.9.42 dal sergente Pietro VASCO, era inquadrato nel 54° Reggimento Fanteria, inoltrata il 23.9.42 dall’Ufficio P. M. dislocato a Krasnyi Luc, per Novara
Mariuccia Carissima, ho ricevuto la tua dell’11 del 13 e del 14, le lettere contenete le tue foto, altre mi pervennero in ritardo non dipendente dal peso ma dagli eventi di quei giorni. Il peso non viene osservato nel limite solo di carta leggera. Le bustine me li puoi fare avere come manoscritti aperti fino a 200 grammi, ma non devi preoccuparti a queste regole, anche per via aerea se c’è da pagare una sopratassa la pagherò io, cosa difficile, tutto sta alla partenza. Per ora ho un po’ di carta e biglietti in franchigia. Di carta ho ancora quella portata da casa, più un po’ di quella da voi speditami. Pur senza fare il vagabondo e non c’è il tempo per farlo, di lavoro c’è ne tanto, ho tempo e modo di riposare, di mangiare, di passeggiare e di sovraintendere alla cucina che provvisoriamente abbiamo unito al nostro ufficio. Vivo una vita fin troppo movimentata. Ora ti accontento, il terzo sottufficiale è un maresciallo che ha un compito suo particolare, lavora con me fino ad un certo punto perché recupera la posta dai vari reparti, mentre io faccio il solito lavoro. Eccoti accontentata, evviva la curiosità delle donne. Andiamo molto d’accordo tutti, i nervi cerco di calmarli. Stai tranquilla che non mi hanno né sostituito e né retrocesso. Ad ogni modo, qualsiasi incarico che mi dovessero dare e in qualunque posto mi mettessero, io cercherò sempre di fare il mio dovere. Non potrei trovarmi meglio di come mi trovo, te l’ho ripetuto parecchie volte ed è vero. Tanto per non nasconderti nulla ti dico che in questo momento con il pollice sinistro pigio la brace della pipa nella quale consumo il mozzicone di un avana lussuosissimo, fumato poco fa, dopo cena, nella pipetta mi sono messo anche qualche grammo di un buon tabacco olandese datoci in distribuzione. Non vedermi già col naso della nicotina. Riaccendo la pipa perché trascurata nello scriverti e pensandoti. Ringrazia le due mamme per gli scritti e la Ettorina nostra per il suo continuo voler scarabocchiare. Volevo scrivere a Mariano per non andare a dormire. Domani o dopo scriverò ad altri. Tanto per farti sapere quello che mi potrebbe occorrere fra qualche tempo ma che ora posseggo, ti richiedo lamette per il rasoio, anche queste, sciolte, possono viaggiare in busta e sapone per la barba, questo ultimo lo invierai tramite il pacco quando potrai e se vorrai spedirmelo, non mi è indispensabile, ho ancora quello portato da casa. Come vedi non lesino in spese postali. Qualche volta ti scriverò con cartoline in franchigia per via aerea quando ti vorrò dire poche parole. Ho ricevuto stamane anche aerea una cartolina da zia Pia del 14. Per la tua salute non mi preoccupo, ti esorto però, senza poi insistere, a farti operare se non vi è alcun miglioramento con le medicine, decidi tu senza attendere peggioramento. Consigliati con lo zio Ernesto o con altro medico. Mi auguro che ti passano tutti i disturbi senza bisogno del medico chirurgico. Stai tranquilla. Cara Mariuccia, non penserò più alla tua bibì ma ricorderò sempre di te. Per farti venire un po’ di acquolina, ti dico che il mattino abbiamo anche il caffè coloniale. Per il sussidio come si è risolto? Ora riscuoterai la differenza per i mesi sostenuti. Fammi sapere. Tanti saluti e baci unitamente ad Ettorina, mamma Anna, mamma Maria e a Annarosa, tuo Pietro.