Pensiero per il sergente Marco RIZZI
E’ davvero difficile parlare di un amico “papà” che non c’è più. Sembra di imbalsamarne il ricordo, di musealizzarlo e trasferirlo ai posteri.
Una vena malinconica ci attraversa tutti e si mescola alla soddisfazione di aver conosciuto un insegnante di umiltà.
Dal drammatico ritorno a casa, dopo la liberazione di Roma 4-5 giugno 1944, il sergente Marco si iscrisse all’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci Sezione di Casamassima. Non smise mai di coltivare l’amore per l’A.N.C.R. e di ciò che all’epoca rappresentava, fino a diventarne Presidente. Non smise mai di onorare i nostri Caduti e Dispersi.
Quando lo conobbi esternò la sua preoccupazione nei confronti di una società volta unicamente a preoccuparsi di sé stessa. Diceva: È tutto finito! Predomina l’egoismo e il menefreghismo, ognuno pensa al suo focolare, è volatilizzata l’empatia.
Sperava molto in un cambio ti tendenza che permettesse di non dimenticare le radici.
Era fermo in Lui il desiderio di ritorno alla semplicità. Diceva: quando gli esseri umani erano a contatto di gomito ci si arrangiava in tutto. In casa, per strada, alla nostra sede, il suo sorriso contaminava l’esistenzialismo di fondo che scava nell’intimo della coscienza alla ricerca dei valori perduti.
Personalmente ringrazio, insieme alla famiglia tutta, la sua disponibilità nel raccontarmi l’esperienza vissuta durante il periodo del servizio militare volontario, durante la guerra del 1940-1943 e del periodo della lotta al nazi-fascismo. Un servitore della Patria, un servitore della Libertà.
Rivolgo un pensiero commosso al papà propositivo e sincero che fu per me, e sono certo, per tutti gli amici del passato e presenti che, la sua dipartita, ha lasciato un vuoto per molti incolmabile.
Caro Marco, caro Gennaro MARIANO, caro Francesco MARIELLA, caro Pietro BERARDINO, caro Giovanni DE LEONARDIS, ci avete lasciati, non siete assenti, siete sempre dove siamo noi.
Marco RIZZI
Gennaro MARIANO
Francesco MARIELLA
Pietro BERARDINO
Giovanni DE LEONARDIS
