Oflager X B – Stammlager X C
Per la sistemazione dei prigionieri di guerra, la Wehrmacht fece ospitare temporaneamente al Mudra-Kaserne della periferia di Nienburg, oltre 1.000 ufficiali Polacchi catturati durante la campagna del settembre 1939, nell’attesa della costruzione dell’Oflag X B adiacente al Mudra. Nel marzo del 1940, prima del completamento dell’Oflag, gli ufficiali Polacchi furono trasferiti in un sub-campo dell’Oflag X A a Itzehoe in Schleswig-Holstein.
Il campo, di circa 300 metri per lato, venne diviso da una strada, il lato est venne destinato per contenere ufficiali francesi catturati durante la battaglia di Francia, l’Oflag X B. Il lato ovest, designato Stalag X C, per truppa e sottufficiali.
L’Oflag X B aprì il filo spinato nel maggio 1940 per contenere ufficiali francesi catturati durante la battaglia di Francia. Verso il nord vi erano sette blocchi di alloggi per prigionieri; sei vennero costruiti in mattoni, mentre il settimo era di legno. A sud l’Oflag era composto più di quattro blocchi, tre erano per alti ufficiali, mentre il quarto ospitava i loro inservienti. I blocchi furono divisi in camere, ciascuna conteneva da 8 a 12 uomini. Al centro del campo era situata la cucina e la mensa. Nell’angolo sud-occidentale, separati da un recinto di filo spinato, c’erano due blocchi ospedalieri, il blocco doccia-disinfestazione e il blocco di detenzione. L’Oflag era recintato da un doppio filo spinato, con rotoli di filo spinato di mezzo. Il recinto interno era distante da quello esterno da circa 2,5 metri (terra di nessuno), era alto circa 4 m. tutto elettrificato. Guardie armate presidiavano le torri ad ogni angolo, e al centro di ogni lato del campo. Gli edifici amministrativi e blocchi di alloggi per le guardie si trovavano in un composto fuori dal cancello principale, a ovest dell’Oflag e a sud del Kaserne.
Ogni blocco aveva un rappresentante di lingua tedesca nominato “leader del blocco”, agiva da collegamento tra i prigionieri di guerra e le autorità del campo. In generale, gli ufficiali organizzavano loro stessi la cottura degli alimenti e la distribuzione del rancio, della posta, e del personale ospedaliero.
A parte l’appello giornaliero, alle 9,00 e alle 17,00, i prigionieri furono lasciati a se stessi. Occupavano il loro tempo in studio o lavoro come rammentare vestiti e scarpe, allestivano opere teatrali e concerti musicali, gli spazi aperti venivano utilizzati come orti e ad allevare conigli per cibarsi.
Nel giugno 1941 tredici ufficiale riuscirono a fuggire attraverso un tunnel lungo 50 metri che avevano scavato ad oriente, sotto la recinzione. Due riuscirono verso la libertà e a tornare a casa, mentre gli altri furono catturati, come contromisura, una profonda trincea di 3,5 m. venne scavata lungo il recinto del filo spinato.
La sera del 4 febbraio 1945, un bombardiere britannico venne colpito dalla contraerea su Nienburg. Il velivolo sganciò le sue bombe, una colpì il sud-est del campo. Tre baracche furono distrutte, morirono 98 prigionieri e un numero imprecisato di feriti.
Lo Stalag X C, aperto verso la metà del 1940, dalle dimensioni di un quarto dell’Oflag, conteneva solo sei blocchi di alloggi, una cucina, infermeria, ufficio postale, fornitura e blocchi di detenzione. Solo il blocco detenzione era in muratura, tutti gli altri edifici erano capanne di legno per una capienza per 160-200 prigionieri.
Inizialmente lo Stalag X C accolse solo soldati francesi, dopo arrivarono i Polacchi, i Belgi, i Rumeni e i Serbi. Dopo l’8 settembre 1943, convennero gli internati italiani. Lo Stalag ospitò anche prigionieri di guerra sovietici, che avevano sede nella capanna più orientale, isolata dalle altre da un ulteriore recinto di filo spinato. Di loro, malgrado le faticose ricerche, non sono mai state trovate tracce, svaniti nelle tenebre.
Lo Stalag X C ospitava solo circa 1.000 prigionieri, ma vi transitarono fino a 45.000 uomini in numerosi Arbeitskommando sparsi in tutto il Weser-Ems, regione collegata ad esso. In questi campi di lavoro erano smistati anche i prigionieri dello Stalag X B e dello Stalag X D Wietzendoerf.
Il tappeto-mappa della dislocazione dei campi di lavoro nella regione del Weser-Ems
Lo Stalag X C ospitò Èmile Gouè compositore francese e Pierre Jacobsen evaso nell’ottobre 1941. In seguito ebbe l’incarico di vice direttore generale del Comitato Intergovernativo per le migrazioni Europeo (ICEM) Èlie de Rothschild, banchiere e uomo d’affari. Marian Konopinski, frate cappuccino e sacerdote cattolico, uno dei 108 Beati Martiri beatificati nel 1999, fu in quel campo.
I due complessi vennero liberati il 9 aprile 1945 da truppe britanniche.
A testimonianza dell’ex Oflag X B sono visibili sei baracche alloggio e altri piccoli edifici; di tutta la superficie dello Stalag X C non è rimasta traccia.
I prigionieri lavoratori venivano compensati per i lavori svolti con buoni di piccolo taglio per l’acquisto di necessità nei soli spacci installati negli Stalag e presso i Campi di lavoro di maggior personale lavorativo.
Cartolina dello Stalag X C, manoscritta il 28.11.43 dal soldato Ferdinando GRISELLI inquadrato nella 1ª Compagnia del Battaglione “Ceva” del 1° Reggimento Alpini, comunicava alla famiglia di essere internato in Germania, inoltrata il 4.1.44 per Bistagno (Asti)
Cartolina dello Stalag X C, manoscritta il 30.11.43 dal soldato Aldo GALLO inquadrato nella 1ª Compagnia del 1° Reggimento Alpini, comunicava alla famiglia di essere internato in Germania, inoltrata il 4.1.44 per Bistagno (Asti)
Biglietto dello Stalag X C, manoscritta l’8.1.43 da Ezio ABATE, matricola 101313, per Cossato (Vercelli)
Carissimi genitori, oggi, dopo molto tempo, posso farvi pervenire mie notizie; da qualche mese mi trovo prigioniero in un città della Germania, dove lavoro, la salute è buona, come spero di voi tutti. Qui con me c’è quel ragazzo di Biella, cioè il Lebbo, quello che era già venuto a casa nostra, ci facciamo buona compagnia. Dispiace molto di non darvi sovente mie notizie e vorrei tanto ricever di vostre. Informatevi se potete spedirmi un pacco, mi farebbe molto piacere ricevere viveri che possono essere conservati a lungo. Quando avrete l’occasione avvisate la Vittorina che il suo Lincoln sta bene, non è qui con me. In attesa di vostre buone, baci e saluti da vostro figlio che sempre vi ricorda, saluti a tutti i parenti e amici, Ezio.
I.M.I. INTERNATI MILITARI ITALIANI NELLO STALAG X B – Vitoronzo Pastore