AL COMADO MARINA – VENEZIA
L’8 settembre 1943, lo scrivente Armando DEVICE, imbarcato sul Motoveliero “Due Fratelli V 151”, requisito dalla Regia Marina il 5.2.41, si trovava alla vigilanza foranea di Navarino (Grecia) alle dipendenze di quel comando Marina. Apprese la notizia dalla radio del comando Marina che era stato firmato l’armistizio ed attese gli ordini che dovevano venire dal comandante dell’imbarcazione nocchiere di 1ª Classe Ernani DONAGGIO.
Il giorno 9.9.43, il nocchiere Donaggio fu chiamato con tutto l’equipaggio al comando Marina dov’era già radunato tutto il personale del gruppo galleggianti ed il comandante del comando Marina, in un discorso, incitò alla calma invitandoci ad essere pronti a consegnare il motoveliero e tutto il materiale al Comando tedesco il quale a sua volta avrebbe promesso di provvedere al nostro rimpatrio. Ritornati a bordo sino alla sera del 12, operammo per il trasporto del personale militare dall’isola di SFACTERIA al porto di Filos. Il mattino del 13 alle ore 6.00, abbiamo ricevuto l’ordine di abbandonare il veliero e presentarci al castello del porto di Filos.
Il giorno 14 fummo raggruppati, messi in camion assieme ai militari e condotti a Misceni ove, imbarcati su di un treno e condotti in un Campo di concentramento in Berlino ed invitati a collaborare con la SS. Tedesca, rifiutammo. Il 3 ottobre venimmo trasferiti in un altro Campo di concentramento e trattati molto male con l’obbligo di lavorare, il vitto era pessimo ed insufficiente. Dopo cinquanta giorni, colpito da bronchite, fui trasferito al Campo 700 dove venni sottoposto a visita per il mio rimpatrio in Italia; venni invece inviato al Campo di concentramento di Luckewalde III A, dove il medico tedesco fattomi abile mi inviò brutalmente a Brandenburg dove il trattamento divenne pessimo, aumentò il lavoro e mi venne dato meno da mangiare.
Il giorno 29.7.1945 feci ritorno in Italia. A Navarino poi, alla fine dei mesi liquidarono lo stipendio in dracme e il comando Marina assicurava che avrebbe provveduto ad inviare alle famiglie il corrispettivo valore. La liquidazione del mese di agosto 1943 fattaci in dracme, praticamente è stata nulla in quanto che, non avendo avuto la possibilità di consegnarle al comando Marina, rimasero a noi inutilizzabili. Pregherebbe lo scrivente che si provvedesse ad una nuova liquidazione di quella mensilità, unitamente alla liquidazione dell’importo del materiale perduto; cioè: un materasso, due lenzuola, un guanciale, due coperte, due giacche di panno, due paia di scarpe, quattro maglie di lana pesante e quattro maglie di lana fine, quattro paia di pantaloni, quattro paia di mutande, una cappotta pesante, due corpetti azzurri, otto camicie tra leggere e pesanti, un vestito nuovo, un pastrano impermeabile, un cappello, fazzoletti, due sciarpe di lana, due berretti, una tenuta da lavoro, un paio di stivali lunghi di gomma ed un paio di stivali comuni e una mantella impermeabile da mare. Ora naturalmente è privo di tutto. Chioggia, 1° agosto 1945 – In fede – Device Armando
OPPRESSIONE – dall’8 settembre 1943 alla liberazione – Vitoronzo Pastore