Al Comando Regia Marina – Bologna
Io sottoscritto Lodovico PICCININI appartenente alla classe 1908 della leva di mare, allo scopo di chiarire la mia posizione personale dal periodo 8 settembre 1943 al giorno della liberazione, espongo quanto segue:
Nel 1940 stando in congedo inviai tramite la Capitaneria di Porto di Ravenna al Ministero della R. Marina i documenti necessari per ottenere la promozione ad ufficiale del C.R.E.M. (concorso indetto dal Ministero della R. Marina nel 1940 per il personale C.R.E.M. in congedo illimitato). La denuncia del titolo di studio che in tale circostanza avevo fatto mi procurava nel 1941 il richiamo alle armi. Con ordine del giorno del Comando Superiore venivo nominato 2° Capo furiere T. S. e richiamato in servizio pochi giorni dopo.
L’8 settembre 1943 mi trovavo in licenza di convalescenza nel mio domicilio proveniente dal convalescenziario Marina di Sorrento. Il 12 settembre 1943, accusato di cospirazione contro i tedeschi che in quell’epoca stavano prendendo il possesso della zona, venivo tratto in arresto dal maresciallo Oreste ANZALONE, comandante della Stazione CC. RR. di Brisighella che, dopo avermi, senza nessuna prova plausibile, accusato, mi denunciava al comando della SS tedesca di Forlì. Venivo poi messo in libertà alcune ore dopo per interessamento delle autorità civili. In ottobre, data in cui iniziavano i rastrellamenti e le persecuzioni tedesche, mi portavo in montagna dove organizzai un battaglione Patrioti assumendone poi la carica di Commissario di guerra. Nel periodo cospirativo effettuavo varie azioni militari contro i tedeschi, rimasto ferito al piede e alla gamba sinistra non potevo contribuire di persona all’occupazione di Faenza e di Brighisella. Nella zona Modigliana-Cotignola con formazioni regolari del Comando Militare Alleato con le quali era in collegamento il mio Battaglione, contribuivo alla occupazione di importanti alture. Il 18 dicembre 1944, dopo la liberazione del quarto Settore Romagna, venivo smobilitato dal Comando Militare Alleato.
Non ho mai collaborato coi tedeschi, né coi repubblicani fascisti; non ho approfittato della mia posizione di partigiano non avendo preteso nessun compenso per la mia modesta opera prestata. Non ho mai percepito nessun assegno da amministrazioni militari dal giugno 1943.
MARÒ VITTORIO TUCCI INTERNATO IN GERMANIA – Vitoronzo Pastore
Bologna, 2 luglio 1945