L’angelo custode di Giovanni
Una delle pagine più drammatiche di “Coraggio e lacrime dalla Russia, 1941-1943”, ultimo lavoro di Vitoronzo Pastore, ha per oggetto le vicissitudine di Giovanni Losurdo, un panettiere di Cellamare classe 1920, chiamato alle armi l’8 gennaio 1941. Inquadrato nella Sussistenza per la sezione Panettieri Forni, il 20 settembre 1943 Losurdo si trova ad Argostoli, località principale dell’isola di Cefalonia. Catturato dai tedeschi insieme ad altri duecento italiani, il povero soldato raccomanda l’anima a Dio : “Azionarono le mitragliatrici. Nello svincolarmi inciampai e.. non ho mai ricordato cosa mi successe. Ricordo che era quasi buio, non riuscivo ad alzarmi, avevo addosso qualcosa di pesante, mi accorsi che ero stato coperto di corpi… in piedi vidi un’ombra, era Tonino, uno di Catanzaro… intorno a me c’era un tappeto di morti… Si avvicinò Tonino, mi chiese se potevo aiutarlo, poco vicino aveva messo semiseduto uno dei nostri… era tutto insanguinato, respirava… Lo prendemmo per allontanarci… dopo un centinaio di metri ci fermammo per riposare. Vedemmo le condizioni del ferito : era morto”. Comincia la fuga : “Salimmo il pendio, un piano una discesa, una salita, camminammo per tutta la notte. Stanchi ci fermammo, prendemmo sonno”. Il risveglio è il peggiore che si possa immaginare. Riecco i tedeschi : “Non ricordo quanti calci ricevetti, dolorante mi alzai in piedi e quel maledetto bastardo continuava a pestarmi”. Per la seconda volta Losurdo si prepara alla morte, ma la sorte gli è ancora amica. Nelle ultime ore gli ordini sono cambiati : ora ogni italiano superstite deve essere deportato nel nord Europa e schiavizzato nelle fabbriche tedesche di armamenti. Il calvario del povero panettiere comincia a Borisov in Bielorussia e ha termine ancora in Bielorussia, questa volta a Minsk, a luglio del 1944. ‘Liberati’ dai Russi, Losurdo e altri quarantadue italiani si ritrovano a tagliare alberi in una regione degli Urali. L’incubo ha termine con la fine della guerra. Caricati su una tradotta, i superstiti vengono accolti alla stazione di Francoforte da militari statunitensi con la fascia della Croce Rossa. Il giorno di Ferragosto Giovanni è finalmente nella sua Cellamare. “Non riesco a scrivere la gioia, lacrime e mozzafiati miei e di mia madre. In pochi minuti la casa si riempì di gente, parenti, amici e paesani per festeggiare il mio ritorno”. La lunga memoria di Losurdo raccolta da Pastore si chiude con parole che non t’aspetti : “Per anni ho taciuto… ho scritto quello che avete letto. Pensavo di liberarmi da un peso, ma sono più triste di prima. Il mio pensiero va a coloro che non hanno avuto la fortuna di ritornare”.
Pubblicato il 27 Agosto 2021 di Italo Interesse
Coraggio e lacrime dalla Russia 1941-1943 – Vitoronzo Pastore