Modificazione dei caratteri in organismi di linea pura
Sono tutt’altro rasserenanti gli attuali titoli di giornali, gli annunci alla televisione, le notizie di agenzie. Viviamo in un epoca di tragedie, di guerre liberticide, di odio e di rancori politici, di sconvolgimenti a livello mondiale. Gli attentati terroristici e le guerriglie, da quell’orribile sconquasso delle Torri Gemelle di New York, sono divenuti ormai all’ordine del giorno, non ci danno tregua. Nassirya, in Iran, in Palestina e Israele, Morti, feriti, sangue, ingiustizie, grida di dolore. Ma dove si vuole arrivare? Non bastavano gli attentati deplorevoli del passato di casa nostra, ci mancavano questi più recenti e inconcepibili per rinnovare le apprensioni, le paure, i raccapricci. Non si può dimenticare e né posso dimenticare Piazza Fontana di Milano in quel lontano 1969, 17 morti; Piazza Loggia di Brescia; via Fatebenefratelli di Milano; il treno Italicus, 1974; e poi, la tragedia di Ustica, e quella della Stazione di Bologna; l’attentato della Galleria degli Uffizi di Firenze; quello di via Palestro a Milano; e ancora quello della Chiesa di San Giorgio al Velabro di Roma, anno 1993: stragi, sempre stragi e il più delle volte senza nemmeno condanna dei diabolici colpevoli. Degli architetti del terrore tipo quelli del nazifascismo, dal processo di Norimberga, pochi condannati e tantissimi liberi come se nulla fosse successo. Non bastavano quei tristi e indimenticabili episodi di violenza, episodi che sono sempre scolpiti nella mente delle persone per bene. Episodi esacerbanti, sconvolgenti, avvolti nel manto di lucifero delle pseudo politiche o di libertà o di religione o di quant’altro.
Non bastavano, ci mancavano quelle più recenti a sfondo di vattelapesca, ogni giorno uno diverso dall’altro, a volte di natura religiosa, altre volte per la difesa del territorio, altre ancora per combattere i ricchi e gli emancipati, e qualche altra per l’indipendenza. Ma l’indipendenza di chi, di cosa, di quale supremazia, visto che non ci sono ormai più confini o reticolati, c’è da muoversi come si vuole, si viaggia, si naviga, si sbarca, si approda, si chiedono asili politici, si parla male di codesto, questo e quello e nessuno ci fa caso, ci si veste come si vuole, con turbanti, senza turbanti, con il velo, senza velo, con tuniche variopinte.
Sì, lo confesso, sto facendo un discorso terra terra. Ma volevo significare che sarebbe ore di finirla con le bombe, con le stragi, con le minacce, con le guerre, ovunque si annidino. Accendi il televisore e vedi fuoriuscire le lunghe sequenze di cadaveri, di bare, di corone e di fatti e misfatti. I funerali si sprecano, le omelie commemorative non si contano più. Penso ai milioni morti della Shoah, alle decine di migliaia di I.M.I (Internati Militari Italiani) che non tornarono più dai Campi di concentramento tedeschi, ad altri decine di migliaia dei Campi di concentramento inglesi, americani e francofani sempre durante la Seconda Guerra Mondiale, a quelli della Palestina e di Israele, Libano e Cisgiordania, Russia-Ucraina, e mi fermo qui.
Ma è mai possibile che si debba vivere con la paura di viaggiare, di uscire di casa, di prendere il treno, di andare al supermercato, di far parte di una missione di pace. Sì, sarebbe ora che gli animi umani di qualsiasi parte del globo, si placassero, si riappacificassero una volta per tutte. Sarebbe ora che si apprestassero a vivere in pace gli anni restanti della vita, quelli che ogni Padreterno ha concesso ad ognuno di noi. Qualsiasi Padreterno, visto che ognuno ne vuole uno per conto suo!
La vita è bella, ma non sempre si apprezza ed a volte persino si ripudia con impressionante sarcasmo che rasenta la pazzia, l’incoscienza, l’illusione del tripudio finale. Che il Padreterno ce la mandi buona.