I.M.I. Internati Militari Italiani

INTERNATO MILITARE GIUSEPPE PALTRINIERI – Vitoronzo Pastore

RELAZIONE inerente al periodo di internamento in Germania

di Giuseppe PALTRINIERI

Degente all’Ospedale Marina Militare di Pola dal 14 agosto 1943 al 23 settembre 1943, affetto da intercolite acuta, sono stato internato in Germania e trasportato ad Hammerstein, Campo di concentramento II B, arrivando a destinazione il 2 ottobre 1943. Dopo circa un mese, ed ultimate le necessarie pratiche inerenti alla prigionia, sono stato trasferito a Wupperthal (Renania) in qualità di lavoratore.

Il trattamento materiale e morale subito è ormai a tutti reso noto e non è necessario quindi che qui venga ripetuto. In questa città sono stato alla dipendenza della ditta “Instrass” che si occupava delle costruzioni di tronchi ferroviari e riattivazione delle ferrovie danneggiate dai bombardamenti. I maltrattamenti e le umiliazioni subiti si alternavano di giorno in giorno e tanti poveri fratelli di sventura hanno dovuto soccombere sotto la spietata e fredda tirannia tedesca.

Nel settembre 1944 sono stato fortemente a rischio di peggiori conseguenze, passato d’autorità dallo stato di internato a quello di lavoratore civile. Con questo atto il governo tedesco si assicurava la facoltà di far lavorare i prigionieri e deportati in zone continuamente battute e bombardate. Mi trovavo a Bonn e Rhein (Renania), dove in seguito allo scarso nutrimento ed ai disagi subiti, mi sono ammalato di nefrite. Grazie a un buon interessamento ed alle cure di un ufficiale medico francese, ho potuto riprendere il poco gradito posto di lavoro. Allora dipendevo dalla ditta “Riccard Sebulz” formato da freddi speculatori che dal 1° settembre 1944 al 3 aprile 1945, momento della liberazione, non ha mai regolato con i suoi dipendenti le necessarie pratiche amministrative e di conseguenza non ho mai percepito il valore di un centesimo.

In seguito a continui bombardamenti ho dovuto subire spostamenti peregrinando così di città in città, costretto a lavorare sotto qualsiasi condizioni di clima e sotto la sferza dei miei aguzzini che si divertivano a far soffrire dei poveri esseri indifesi e coperti di pochi e laceri indumenti che avevano soltanto la qualifica di stracci. Quante e quante volte la maggioranza di noi invocava la morte per porre fine a così tremendo martirio.

Lo stralcio di qualche notizia inerente alle operazioni militari da parte degli eserciti alleati, portava a noi una immensa ed unica gioia in mezzo a tanto dolore e a tante sofferenze. Quante volte, in questa lunga attesa, la nostalgia della Patria ed il ricordo delle persone care e tanto lontane, hanno fatto scorrere dai nostri occhi le più amare lacrime.

Il 3 aprile 1945 sono stato liberato da parte delle truppe inglesi a Welpe, località della regione di Münster in Westfalia, ponendo termine a questa triste odissea.

OPPRESSIONE – dall’8 settembre 1943 alla liberazione – Vitoronzo Pastore

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