I.M.I. Internati Militari Italiani

INTERNATI MILITARI ITALIANI NELLO STALAG VI A – Vitoronzo Pastore

Stammlager VI A “Campo della morte”

Lo Stalag VI A fu il campo base del VI Distretto per i prigionieri di guerra dislocato a Hemer (Westfalia).

Venne considerato uno dei più grandi campi di prigionia del Terzo Reich, soprannominato “campo della morte”,  in particolare per i prigionieri sovietici. La maggior parte dei prigionieri registrati a Hemer furono costretti a lavorare nel settore minerario della Ruhr. Il campo venne allestito nell’autunno del 1939 e liberato da parte dell’esercito degli Stati Uniti il 13 aprile 1945.

Come si presentava lo Stalag VI A all’arrivo dei prigionieri Polacchi

 Nel settembre 1939 arrivarono i primi prigionieri di guerra polacchi, furono inseriti in un campo sportivo nei pressi di una caserma, successivamente  in grandi tende, nei mesi di ottobre e novembre in edifici in pietra incompiuti; loro stessi terminarono di costruire edifici e baracche di legno supplementari con cuccette a tre piani.

Sin dall’inizio si diffusero malattie per le cattive condizioni dei servizi igienici. Nei primi mesi i prigionieri del settore agricolo e forestale dovettero indossare un cartellino identificativo numerato.

Nell’ottobre del 1941 vennero registrati 2.500 prigionieri sovietici,  alla fine del 1942 salirono a  circa 47.000 unità. La maggior parte dei Polacchi e dei Serbi fu trasferita in altri Stalag. La maggior parte dei Sovietici venne utilizzata nelle miniere di carbone nella “Ruhr”. Nel luglio 1942 ne vennero registrati circa 30.000, nell’estate del 1943 salirono a 55.000; dal dicembre 1943 fino alla  liberazione, divennero circa 100.000.

Cadaveri Russi

Cimitero Russo

Nell’ottobre del 1940 arrivarono circa 23.500 prigionieri francesi. Dall’autunno 1943 furono registrati circa 15.000 Italiani, alla fine del 1944 si aggiunsero i Romeni.

Durante tutto il periodo bellico, più di 200.000 prigionieri furono incanalati verso lo Stalg VI A.

Dopo la campagna della Polonia, il campo si rivelò troppo piccolo e fu prorogato di 36 baracche, un Vorlager (locale adibito allo stoccaggio dei prigionieri e successiva selezione) e un impianto per i tubercolosi. Lo Stalag era circondato da sei torri in legno per sentinelle equipaggiate di mitragliatrici, telefoni e fari. Lo Stalag era limitato da una doppia recinzione alta 2,5 metri e distanti due, tra le due erano distesi rotoli di filo spinato. All’interno del campo, i vari blocchi erano delimitati da altro filo spinato alto 1,5. Il campo era costituito da dieci edifici  e da caserme.

I primi 2 blocchi, all’ingresso, ospitavano gli uffici e il servizio postale.

 Il 3° blocco, chiamato il blocco artigiano, conteneva reparti di falegnameria, sartoria, calzoleria, e la sistemazione degli internati che vi lavoravano.

 Il 4° blocco era l’alloggio diviso fra Sovietici e Italiani.

Nel blocco n. 5 gli spazi inutilizzati erano per i prigionieri deceduti, che successivamente venivano trasferiti nei cimiteri. Nelle altre sale furono istituite sale operatorie, gestite da prigionieri medici e infermieristici; sull’altro lato vi erano le infermerie per Inglesi, Belgi e Francesi.

 Il blocco n. 7 era alla periferia nord-est dello Stalag, conteneva l’infermeria per i prigionieri sovietici, curati dai medici tedeschi e russi.

Il blocco n. 8 era adibito a una prigione formata, da 32 celle  singole.

Nella piazza centrale c’era la cucina da campo dove i prigionieri, in fila, prelevano i pasti.

Il filo spinato superava la prigione dai reparti ospedalieri per Italiani, Francesi, Belgi e Polacchi e della clinica odontoiatrica. Nel sud-ovest del campo c’era la caserma-Vorlager; i nuovi prigionieri arrivati, dopo la disinfestazione e la verifica dello stato della salute, venivano trasferiti nei vari settori.

Nello Stalag, nel settore sud-est erano situati sei “caserme” per i tubercolotici e i malati gravi, rigorosamente separati nei restanti locali; erano accessibili solo al personale autorizzato, a causa del rischio di infezioni. Nel nord-est del campo vi era l’altra caserma per i prigionieri sollevati da incarichi di lavoro…

Commemorazioni nel dopoguerra

Un anno e mezzo dopo la liberazione dalle forze britanniche venne costruito sulla ex area dello Stalag il campo di internamento “Roosevelt”,  il settimo civile.

 A Hemer, sul bordo dell’area ex Stalag, le chiese cattoliche e protestanti eressero, il 20 settembre 1947, una croce di riconciliazione sopra le tombe commemorative dei prigionieri di guerra. A Pentecoste del 2009, una nuova croce venne issata, essa è alta 7,5 metri e pesa 280 chilogrammi. L’iscrizione dice:

“Questa croce ricorda il campo di prigionia Stalag VI A, ai piedi delle Jübergs, ai soldati e civili morti di molte nazioni durante la Seconda guerra mondiale, dal 1939 al 1945. La buona comprensione tra le due fedi durante il periodo di tirannia nazista ha portato nel 1947 alla creazione di questa croce dai giovani protestanti e cattolici a Hemer. Nel 2009 la croce è stata restaurata per mantenere in vita un segno di speranza in Gesù Cristo, la nostra fede in Lui”.

Memoriale

Il monumento “per le vittime dello Stalag VI A commemorazione” venne inaugurato il 22 novembre 1992 con le pietre, prelevate dallo Ostenschlahstraße; il luogo del memoriale venne pavimentato in ricordo dei prigionieri trasporti su questa strada dalla stazione alla caserma. Il memoriale è costituito da un muro a secco di pietra.

Nel 2000, furono apposte due targhe di ottone supplementari con seguente allocuzione:

“Dal settembre 1939 al 14 aprile 1945 alla caserma dello Stalag VI A, uno dei più grandi campi principali di prigionia del Reich. Memoria, riconciliazione, comprensione e diritti umani; preservare la pace, il nostro bene più prezioso”.

“Le vittime erano prigionieri di guerra e lavoratori forzati provenienti dai seguenti Paesi: Unione Sovietica, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Polonia, Italia, Jugoslavia, Romania, Regno Unito, Stati Uniti d’America, Canada”.

La corrispondenza degli I. M. Italiani dello Stammlager VI A

Cartolina il 5.12.43 da Ugo CAVESI, matricola 20162, inoltra per Ovada (Alessandria)

Cara mamma, dopo lungo silenzio ti invio mie notizie, di salute sto bene, spero di tutti voi. State tranquilli che sto bene, penso sempre a voi. Baci a tutti, vostro Ugo.

Biglietto postale manoscritto il 27.8.44 da Aldo GASTALDI, matricola 88577, campo di lavoro 131, inoltrato per Cittadella, (Mantova, ora Padova)

Carissimi genitori, con molto piacer vi annuncio che questa settimana ho ricevuto da voi e anche da Paolino. Sono contento di sapervi sempre bene, come anche da parte mia. Leggo che siete sfollati dai Partioli, mi fa moltissimo piacere. Paolino mi dice che anche lui sta benissimo, da un po’ di tempo che non riceve vostre notizie e mi ha spedito un pacco. A giorni aspetto il 5°. Qui,  sicuro e già pronti per diventare civili, dopo domani sarà il primo giorno, se sarà come ci hanno detto, si dovrebbe stare molto meglio. Io sto sempre a lavorare dove sto ora, per la mia più grande speranza è quella che finisca presto questa guerra. Quanta voglia ho di vedervi tutti e non lasciarsi mai più, credo che ore non dovrebbe durare molto, a Natale spero di essere tra voi. intanto vi mando i miei più sinceri saluti e auguri, bacioni affettuosi a tutti, ricordandovi sempre, vostro Aldo.

Manoscritta l’8.8.44 da Ernesto SOLA, matricola 96687, inoltrata l’11.8.44 per Vallanzengo (Vercelli, ora Biella), timbro di arrivo il 9.9.44

Mamma carissima, ho ricevuto la scorsa settimana il 7° pacco e ti porgo tanti ringraziamenti. Io sto bene e mi sono molto rimesso. Spero che tu pure e tutti i nostri siate sempre in ottima salute e tranquilli. Ultimo scritto ricevuto: il biglietto in data 30.6.44. non mi spedire più sapone, ma possibilmente solo pane. Non ti privare di ciò che ti occorre. Tanti saluti e abbracci, Ernesto.

Manoscritta il 12.6.44 da Giovanni BIONDA, matricola 92827, campo di lavoro 211, inoltrata per Gravellona Toce (Novara, ora VB)

Cari genitori, con questa mia vi faccio sapere che di salute sto bene, cosi spero di voi tutti a casa. Vi prego di farmi sapere quanti pacchi mi avete spedito, perché fino ad ora non ho ricevuto nulla. Saluti e baci a voi tutti, vostro figlio Giovanni.

Biglietto manoscritto il 17.8.44 da Girolamo CARELLI (CAULLI?), matricola 110698, campo di lavoro 730, inoltrato per Cerano (Novara)

Cara famiglia, ancora una volta vengo con mie notizie per assicurarvi il mio buono stato di salute come pure voglio sperare di voi tutti. Sempre con ansia che un giorno o l’altro arriva qualche vostro scritto, molto lo desidero. Cara famiglia, non pensate molto a me che per intanto me la passo quasi bene. mi sembra brutto quando penso a casa, specialmente che in questo periodo è il tempo del raccolto e io non posso aiutarvi. Spero che tutto vada bene e che tutto finisca al più presto questo infinito dramma, non si desidera altro. i miei più cari abbracci e baci a tutti voi in famiglia, bacioni alla piccola, sempre ricordandovi, vostro Girolamo.

Manoscritta il 7.12.43 da Carlo RAGGI, matricola 93059, inoltrata per Domodossola (Novara, ora VB)

Cari genitori, sempre con la speranza di trovarvi in buona salute, come vi posso assicurare di me. Vi invio tanti saluti cari e auguri. Io vi ripeto che mi trovo bene, sono sistemato diversamente con il mio lavoro, quindi non pensate male. Con le vive speranze di un presto mio ritorno, vi bacio forte, vostro Carletto.

Manoscritta il 29.4.44 da Nicola POLETTI, matricola 92567, campo di lavoro 152, inoltrata per Gravellona Toce (Novara, ora VB)

Cara mamma, oggi mi sono arrivate tre lettere, sono molto contento che apprendo che state tutti bene, così vi posso assicurare di me. Cara mamma, prego di spedirmi il pacco ogni volta che ricevete il modulo, mettete quello che potete, cercate di comprendere la situazione. Sempre coraggio che prima o dopo tutto questo finirà. Tanti baci a tutti voi, vostro figlio Nicola.

Manoscritta il 12.12.43 da Paolo FATTA, matricola 97572, inoltrata il 13.1.44 per Masserano (Vercelli, ora Biella)

Miei carissimi, finalmente dopo tanto tempo posso farvi sapere mie notizie. Mi trovo prigioniero dei tedeschi, posso assicurarvi che sto bene in salute, come spero di voi tutti. Fino ai primi di novembre sono stato in compagnia di Enzo, poi ci siamo separati. Vi bacio tutti, vostro Paolo.

Biglietto, modulistica per la spedizione di un pacco, manoscritta da  Giuseppe BUONADONNA, matricola 53117, inoltrato il 20.3.44 per Caccamo (Palermo)

Manoscritta l’1.7.44 da Gino GIORIA, matricola 92211, inoltrata per Crusinallo-Omegna (Novara, ora VB)

Carissimi genitori e moglie, con questa mia vi posso far sapere della mia buona salute, come pure spero al simile di voi tutti, cari, qui sempre la solita vita, sempre aver fede nel buon Dio. Sono sempre in attesa che arrivi la vostra tanto cara posta. Il mio pensiero è sempre a voi. Ora vi saluto. Baci a voi tutti, a te e Bruna, dal vostro Gino che mai dimentica.

Manoscritta il 4.9.44 da Giorgio BENA, matricola 104123, campo di lavoro 152, inoltrato per Crescentino (Vercelli)

Carissima Angela,  la salute è buona come spero sia di voi tutti, è da molti giorni che aspetto posta, spero in settimana come pure il pacco viveri, indispensabile. Saluti a tutti, un forte abbraccio, tenti bacioni alle bambine, tuo Giorgio.

I. M. I. INTERNATI MILITARI ITALIANI DELLO STALAG VI F – Vitoronzo Pastore

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