STAMMLAGER 327
Lo Stalag 327 era situato a Neribka-Pikulic presso Przemysl, nella Polonia sud orientale, fu attivo dal dicembre del 1942 al luglio del 1944. Qui vennero internati i soldati italiani dopo l’8 settembre 1943. Il comando del campo era in mano a un capitano delle SS Lagerführer Reyner.
Dopo l’invasione tedesca dell’Urss nell’estate del 1941, molti militari sovietici furono condotti al 327. Con l’arrivo dei prigionieri italiani, soprattutto ufficiali, considerati “traditori” dopo l’armistizio, si registrarono fatti orribili al di là di ogni rispetto per la dignità umana. Essi furono lasciati morire di fame, di stenti, di malattie; furono circa 3.000 gli internati militati italiani morti e sepolti in undici grandi fosse comuni. Parte dei resti di sole tre tombe furono riesumate nel 1963 e trasferiti presso il cimitero militare di Nehrybka.
Nel 2003 furono condotte altre ricerche con ulteriore conferme e recupero di altri 2.500 corpi di soldati sia sovietici sia italiani. Gli specialisti che lavorarono agli scavi non esclusero altri ritrovamenti. Intanto, furono recuperate alcune piastrine sovietiche e italiane e pochi oggetti personali, spazzolini da denti, pettini, cucchiai e croci ortodosse.
Anastasia scava con attenzione la terra con la sua spatola. A poco a poco, uno scheletro umano emerge. Lei rimuove con cura le ossa, li fa scivolare dolcemente in un contenitore di plastica. Dopo vengono separati, tibie da un lato; vertebre, costole e piccole ossa all’altro, l’unico modo per contare il numero esatto delle vittime sono i teschi che vanno in un altro contenitore. Sono ossa di un soldato italiano? O un sovietico? L’identificazione dei corpi è difficile. Quello che si sa è che appartennero a morto in uno dei numerosi Stalag dove Russi, soldati di truppe alleate e Italiani furono rinchiusi dietro il filo spinato. Ora, dopo oltre 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, grazie agli scavi nella Polonia orientale, quei soldati sconosciuti ricevono una degna sepoltura.
In sei settimane, l’equipaggio mise in luce i resti di circa 3.000 prigionieri italiani e sovietici da otto fosse comuni nella zona.
Il responsabile del gruppo archeologico “Scavatori” riferì: qui per anni è stato seminato e raccolto il grano, ora si scopre che lavoravano su corpi sepolti. Chi poteva sapere?
Cartolina dello Stalag 327, manoscritta l’8.10.43 dal tenente Carlo MARCHESIN, matricola 80105, inoltrata il 12.10.43 per Conegliano Veneto (Treviso)
Caro papà, mi auguro che il presente biglietto trovi voi tutti di casa in ottima salute. Grazie a Dio sto bene. Mi trovo prigioniero presso i Tedeschi in Polonia. Non vi preoccupate se le mie notizie le riceverete ogni tanto!! Abbracci, saluti e baci a tutti, Carlo.
Biglietto postale per Prigionieri di Guerra e Internati Civili di Guerra, inviato l’11.1.44 dall’Ufficio postale di Thiene (Vicenza) per il sottotenente Silvio CANALE, matricola 7163, internato nello Stalag 307 e inoltrato nello Stalag 327, censura tedesca dell’Oflag 77
Caro Silvio, come spero, saprai che la mamma e Amalia sono ospiti di Alberto. Sono scappate da Vicenza dopo il bombardamento anglo-americano. Mamma ora sta bene salvo un po’ di dolori per il freddo preso. Amalia sta rimettendosi dal suo male. Se tu vedessi la nostra casa in che stato è stato ridotta! I nostri bei mobili in che condizioni! Ora pian piano rimetteremo a posto tutto, peccato però che non si trova un appartamento libero. Assolutamente niente! neanche a Thiene e dintorni. Lisetta ha avuto una bambina, Lucia e Maddalena stanno bene. Vittorino è rimasto a casa per il sinistro, ora è già tornato a Thiene. Giannina è a Montecatini, Antonella sta bene. Giulio è sempre in Germania e scrive qualche volta. Maria e famiglia bene, Nico è a Padova, Antonio negli Alpini a Bassano. Qui si vive un po’ sempre in allarme ma in compenso non ci si può lagnare. Lo stato d’animo è assai basso, molto mortificante e abbattuto, saluti, Gino.
Cartolina dello Stalag 327, manoscritta il 17.10.43 dal capitano Vittorio MARASCHIN, matricola 138439/33, inoltrata il 20.10.43 per Parenzo (Pola), censura tedesca
Mia cara Lucia, ti mando l’unito bollettino per spedirmi un pacco di 5 kg, contrariamente a quanto è scritto, il pacco può contenere sia viveri sia vestiario. Mandami sigarette e tabacco con cartine, zucchero, marmellata e farina gialla, calze di lana. Sto bene. Baci a tutti, Vittorio.
STALAG III D – I.M.I. INTERNATI MILITARI ITALIANI – Vitoronzo Pastore