I.M.I. Internati Militari Italiani

I.M.I. INTERNATI MILITARI ITALIANI NELLO STALAG XVIII A – Vitoronzo Pastore

Stammlager XVIII A

Nell’ottobre 1939 venne costituito a sud della città di Wolfsberg, nel sud dell’Austria, l’Oflag XVIII B, il giorno 19  i primi occupanti furono i Polacchi provenienti a seguito dell’invasione della Polonia. Nel mese di marzo 1941 i Polacchi vennero trasferiti in altri Stalag e l’Oflag venne rinominato Stalag XVIII A.

Un sub Stalag venne istituito a Spittal der Drau denominato Stalag XVIII A/Z; iniziò la sua attività nel settembre 1944.

Nel mese di aprile-maggio 1941 arrivarono i prigionieri francesi e belgi. I primi Britannici e prigionieri del Commonwealth arrivarono nel mese di luglio, ad ottobre i Russi. Per causa di razioni di vitto inferiore degli altri internati, per le pessime condizioni igieniche e per condizioni di vita generalmente pessimi, nel mese di dicembre scoppiò nel comparto dei Russi l’epidemia di tifo. L’intero Stalag fu messo in quarantena fino al marzo 1942; oltre 2.000 morirono per lo più internati russi.

Nel mese di giugno 1942, per facilitare il sovraffollamento, vennero costruite tre nuove baracche e 400 sottufficiali britannici vennero trasferiti allo Stalag XVIII B/Z, situato a Marburg (Maribor, Slovenia). Nel mese di marzo 1943  venne costruito il Lazzaretto (Ospedale dello Stalag).

Nel novembre del 1943, dopo l’armistizio italiano arrivarono i primi internati militari italiani, fatti prigionieri sul suolo italiano per essersi rifiutati di aderire al nazi-fascismo, con loro arrivarono anche i militi del Commonwealth prigionieri nei Campi di concentramento italiani. Nel giugno del 1944 circa 200 sottufficiali furono trasferiti allo Stalg XVIII C. In questo mese furono circa 39.000 i prigionieri registrati al campo. Di questi  circa 11.000 erano truppe inglesi e del Commonwealth, di cui solo 825 erano nello Stalag, mentre gli altri furono collegati ai vari campi di lavoro.

Nel mese di agosto 1944, un rapporto della Croce Rossa stabilì che sul territorio, gestito dal comando dello Stalag, sarebbero stati individuati 313 campi di lavoro, aziende agricole, forestali, commercio e industria metallica.

 Il 18 dicembre 1944 lo Stalag venne  bombardato da aerei degli Stati Uniti, 46 prigionieri e diverse guardie  rimasero uccisi.

Con l’avanzamento delle forze alleate nell’aprile del 1945 tutti gli internati in forza allo Stalag e dei vicini campi di lavoro furono messi in marcia forzata verso est. Ufficialmente, lo Stalag venne liberato da elementi dell’8ª Armata Britannica l’11 maggio 1945. In realtà il comandante tedesco, il giorno 8 si arrese consegnando il controllo ai comandanti dei vari settori. Prigionieri francesi e inglesi disarmarono le guardie, presero il controllo della sala d’armi, il locale dell’ufficio postale, la stazione ferroviaria e il comando della stazione di polizia. Nelle settimane successive molti internati furono rimpatriati, solo i prigionieri russi rimasero; questi furono poi scambiati con prigionieri di guerra inglesi e americani in mani russe vicino a Graz. Lo Stalag divenne campo britannico e centro di detenzione per gli ex-nazisti, sarà chiuso nel giugno del 1947.

Corrispondenze del campo di lavoro 54-GW

 

Cartolina inoltrata il 10.3.44 dall’Ufficio postale di Casteltermini (Agrigento) per Carmelo DACCARO, matricola 37599

Caro fratello, con gioia al cuore ricevetti le tue notizie, lieto sentirti e riferisci che stai bene, anche tutti noi stiamo bene, speriamo che ritorni presto tra noi, saluti da papà e mamma e dai fratelli e sorelle, ti abbraccio Lucrezia.

Manoscritta il 27.11.43 da Giuseppe ACHINO, matricola 30649, inoltrata il 22.12.43 per Masserano (Vercelli, ora Biella)

Carissimi, finalmente posso darvi mie notizie, mi trovo col marito di Valeria nostro cugino. Lavoriamo insieme ad altri di Cossato (Guala, Colombo, Zona), stiamo tutti bene. Spero presto di ricevere vostre notizie. Infiniti saluti e baci vostro Peppino.

Biglietto manoscritto il 30.4.44 da Edoardo LAZZARINO, matricola 37425, inoltrato il 25.5.44 per Canelli (Asti)

Cara mamma e famiglia, oggi ho ricevuto il secondo pacco e una cartolina da Teresa. Cari, mi dispiace chiedervi dei pacchi viveri, lo so che neanche voialtri ne avete, abbiate pazienza, vi ringrazio molto di tutto quello che fate per me. Se vi occorrono dei soldi prendete dai miei, fatemi sapere qualcosa di casa e riguardatevi la salute. Non ho ricevuto notizie da Gino, e voi? Termino con la matita e non con il cuore, ricevete infiniti abbracci e baci, tanti baci ai nipotini, Dino.

 Possono i giovani di oggi sopravvivere ad una simile esperienza? Speriamo che non abbiano mai a viverla!

 

 

 

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