LA GUARDIA DI FINANZA DI STANZA A CEFALONIA PER LA MISSIONE “FRONTEX”
ACCOMPAGNATA DALL’AGENTE CONSOLARE GRAZIELLA MICHELETTI
RENDE OMAGGIO AI CADUTI DELLA DIVISIONE ACQUI DEPONENDO UNA
CORONA DI ALLORO AL MONUMENTO DI ARGOSTOLI
SUCCESSIVAMENTE VENGONO RICEVUTI DAL SINDACO PARISIS
PER NON DIMENTICARE, alcuni cenni dell’eccidio della Divisione “Acqui”
Siti delle fucilazioni e massacri più gravi
CEFALONIA
Dal 22 settembre i soldati della Wehrmatch rastrellarono e falcidiarono, dopo averli umiliati e depredatati delle cose più care, centinaia venivano catturati o che si erano arresi. Furono massacrati a gruppi di decine alla volta, nei campi, sui bordi delle strade, in mezzo agli ulivi. I loro corpi furono nascosti in cisterne naturali, sepolti dal terriccio delle scarpate, cosparsi di benzina e dati alle fiamme.
Alcune cifre del massacro tedesco:
Troianata: 631 trucidati,
Francata: 461 trucidati,
Farsa: 200 trucidati,
Kuruklata: 300 trucidati,
Santa Barbara: 36 trucidati,
Procopata: 148 trucidati,
Kardakata:114 trucidati,
San Teodoro: 136 ufficiali trucidati
Il 24 settembre gli ufficiali della “Acqui” furono portati nel cortile di una casetta rossa poco fuori dalla città di Argostoli e, a quattro- sei alla volta condotti presso una fossa naturale vennero fucilati. La notte stessa gli aguzzini obbligarono 17 marinai a raccogliere e caricare sui camion i corpi che erano nella fossa, portarli al porto di Argostoli e caricarli su zatteroni. Arrivati al largo dell’ isolotto di Vardiani i nostri marinai furono costretti ad appesantire i corpi dei loro ufficiali con del filo spinato e a buttarli a mare. Questi 17 ragazzi furono poi uccisi in quanto testimoni della barbarie.
All’inizio di ottobre i tedeschi organizzarono degli imbarchi che dovevano portare i prigionieri nei Campi di concentramento di mezza Europa. Ci furono diversi imbarchi: navi stracariche di prigionieri chiusi nelle stive (circa 800/1200 ogni imbarco).
Il primo (il piroscafo Ardena che ancora giace sul fondo della baia di Argostoli con i resti del suo carico) incappò nei campi minati italiani all’ uscita del golfo di Artgostoli; il secondo e terzo (piroscafi Margherita e Maria Marta) affondarono, per gli attacchi degli alleati, al largo di Patrasso.
In queste circostanze morirono circa 2500 nostri ragazzi, soprattutto quelli che erano nelle stive. Di quelli che fortunatamente erano sui ponti, molti si salvarono a nuoto o raccolti dai pescherecci greci, per essere poi ricondotti in prigionia.
CORFÙ
I bombardamenti continuarono nei giorni 18, 19, 20 e 21. Nei giorni 22 e 23, gli aerei cresciuti di numero, dopo la fine delle ostilità a Cefalonia, portavano ovunque i loro attacchi.
Alle 15.10 del 25 settembre, dopo una tenace resistenza, l’isola si arrese. In tutto a Corfù la Divisione Acqui perse circa 600 uomini. I superstiti seguirono la stessa sorte dei loro compagni di Cefalonia.
Il 1° Battaglione mobilitato della Regia Guardia di Finanza
… Nel giugno 1941, si trasferì nelle Isole Joniche. Nel settembre di due anni dopo, il reparto presentava una fisionomia sensibilmente diversa da quella iniziale. Contava una forza notevolmente superiore a quella organica, ripartita in cinque compagnie: la 1^ e la 3^ a Corfù, con il comando di Battaglione, la 2^ a Leucade, la 4^ a Cefalonia e la 5^ a Zante.