PREMESSA di Cav. Uff. Pietro BELLOMO
Quando l’amico Vitoronzo chiese di curare la prefazione, accolsi la sua proposta di buon grado, seppur con un iniziale riserbo che, rapidamente svanì, essendo stato un militare di carriera attualmente impegnato nel volontariato e nell’Associazionismo Combattentistico d’Arma.
Col passar del tempo e l’alternarsi della Storia, soventemente mi sono imbattuto nella riflessione sull’affermazione “per non dimenticare” soprattutto nel ripercorrere i passi delle drammatiche vicende dei nostri fogli della nostra bella Italia, che scrissero con il loro sangue pagine luminose pregne di eroismo, combattenti di terra, di mare e di cielo durante la Grande Guerra, periodo nefasto che mai potrà essere dimenticato.
L’opera scritta sui Caduti, Dispersi e Reduci dei nostri bisnonni, nonni, zii Casamassimesi, il caro Vitoronzo, di cui mi onoro di essere amico, racconta la vita dei vari teatri di guerra attraverso consultazioni e ricerche meticolose.
La seconda parte comprende l’Albo dei Decorati della Terra di Bari, detto anche “Nastro Azzurro”, aggiornato, libro di pregevole valori che raccoglie pagine e pagine di Eroi caduti sul campo, dispersi, reduci, deceduti in prigionia e per malattie a causa di guerra. Grazie anche al suo immenso archivio di interesse militare, patrimonio storico gelosamente custodito, promuove mostre e convegni a livello locale, nazionale ed internazionale per esaltarne i valori di unità nazionale, di libertà e di altruismo.
Egli, sostenitore del volontariato e dell’associazionismo; già Presidente dell’Associazione Combattenti e Reduci della Sezione di Casamassima e attualmente Presidente dell’Associazione Nazionale Divisione “Acqui” Sezione Puglia, contribuisce con passione e dedizione in modo tangibile a migliorare l’interesse storico-culturale, tramandando ai giovani di oggi le testimonianze, i valori, le storie del passato e di grandi uomini, suscitando il senso di appartenenza alla Patria e alla propria scelta di vita.
Con il suo lavoro rende omaggio al sacrificio e alla memoria degli eroici combattenti, raccontando testimonianze di giovani soldati attraverso vicende personali, belliche e postali.
Cav. Uff. Pietro BELLOMO Presidente A.N.S.I. Sezione di Casamassima
RICORDARE I DECORATI AL VALOR MILITARE
“Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta.”
Socrate
L’esperienza della ricerca ha dimostrato che sono tali e tante le fonti in cui rintracciare gli eroici decorati al Valor Militare della “Grande Guerra”, poiché non tutti sono elencati nell’Istituto del Nastro Azzurro, anche se giuridicamente ha testimoniato che l’eroismo sancito dalle Decorazioni al Valor Militare dovesse essere custodito e rappresentato in un Istituto i cui soci di diritto potevano essere esclusivamente i titolari di tali decorazioni.
Sin dal 1923 allora, sull’onda di una esigenza di riscatto storico e morale della storia e della notorietà della Prima Guerra Mondiale, che per l’Italia costituiva soprattutto il completamento della propria riunificazione territoriale, riveniente dal Risorgimento, nacque l’esigenza di catalogare e raccogliere in modo disciplinato, nomi e fatti d’arme meritevoli di decorazioni militari.
Naturalmente, tutto ciò aveva una finalità etica per la società ed educativa per i giovani: richiedere ai medagliati la rigida osservanza dell’onore del dovere in ogni atto della loro vita pubblica e privata; ricordare il loro esempio con opere di propaganda, per esaltare il valore e le virtù militari degli italiani e diffondere la coscienza dei doveri verso la Patria.
Valori sempre attualissimi che, però, si stanno perdendo nelle nebbie del relativismo e del nichilismo contemporaneo.
Ritornando ai nomi dei medagliati, molti di essi sono sfuggiti al Nastro Azzurro e il presente lavoro di Vitoronzo Pastore ha dimostrato di averli rintracciati in altre fonti, soprattutto sui quotidiani dell’epoca, ove venivano regolarmente stampati i Decreti Reali con le motivazioni.
Quantunque, e voglio sottolinearlo, questo nuovo elenco aggiornato dello storico Pastore, non si tratta di una mera catalogazione. È invece un’opportunità straordinaria di rileggere la storia, perché i nomi e le motivazioni raccolte raccontano la guerra per ciò che essa fu realmente: avventure e dolori di coloro che la vissero in prima persona.
Una moltitudine di fatti nei quali l’individuo riacquista, finalmente, un ruolo personale e viene ricordato con il proprio nome, cognome, luogo di nascita e reparto. Ritrovando inoltre una giusta centralità che non rintracciamo sui libri di storia e neppure nei resoconti delle grandi battaglie d’una guerra giudicata di massa.
Una storia dal basso, quindi, senza distinzioni di grado tra ufficiali e soldati, tutti egualmente protagonisti nel fatto d’arme che portò alla decorazione.
Tutti uomini valorosi, che devono risaltare attraverso il loro ricordo, primeggiando sulla tendenza avviata da alcuni storici minimalisti e sintetici, che tende a cancellare l’identità dei singoli preferendo sommari riepiloghi dei fatti d’arme.
Grazie a questa nuova ricerca di Pastore, non possiamo permettere che questo accada, dobbiamo anzi fare in modo che le storie di tutti i militari decorati nella Grande Guerra tornino a rivivere.
Il valore della paziente e meticolosa raccolta di testimonianze dei militari decorati sul campo e non, è nei nomi, nelle fotografie e nei ricordi di tanti giovani sconosciuti che con questo lavoro tornano a rivivere dopo anni di oblio e colpevole dimenticanza.
Nasce così questo nuovo libro che comprende le gesta compiute da uomini divenuti militari e provenienti dalle più disparate località e settori sociali d’Italia: contadini, artigiani, impiegati, marinai, montanari, studenti, militari di carriera e di complemento, ognuno con il proprio bagaglio familiare ed ideale, tutti animati da un autentico e sincero sentimento di solidarietà tra militari combattenti, in una guerra universale combattuta senza speranza, solamente come dovere di servizio verso la Patria, con fatica e sacrificio.
I valori militari ed etici espressi dai nostri militari nella Prima Guerra Mondiale, come il dovere, il coraggio, la gloria, il valore, la Patria sembra che non facciano più parte del mondo contemporaneo, asseritamente occidentale. Ma sfugge ai più, soprattutto ai giovani, che questi valori sono necessari nel contesto quotidiano e per affrontare il futuro. Senza di essi rinunceremmo ad affrontare i cambiamenti della vita e ad essere protagonisti. Come anche si è condannati ad essere spettatori passivi della società in continua evoluzione.
Da più parti, ormai, i sopradetti valori, assieme all’eroismo militare, sono visti con sospetto ed, addirittura, assimilati a condizioni controproducenti e confliggenti con l’universalismo materialistico e relativistico.
E’ arrivato il momento di riparlarne con autorevolezza per forgiare i giovani e le future generazioni per riacquistare l’identità ed il prestigio nazionale fondato sui valori militari che hanno permeato la vittoria nella Prima Guerra Mondiale. Ciò consoliderà l’importanza del patrimonio archivistico e storico di questa ricerca, valorizzando al meglio le epiche gesta dei nostri avi.
Tanto più che nelle motivazioni dettati dai decreti, non si trovano soltanto frasi retoriche relative ad azioni di guerra e/o di morte, ma anche emergono tanti fatti che stigmatizzano e storicizzano il comportamento dei militari italiani.
Si scopriranno, così, tanti casi di abnegazione al dovere, di altruismo, di umanità infinita, di ottima preparazione professionale, di alta idealità, come quella sfrenata dei Futuristi Ciclisti, di grande dedizione ed osservanza delle norme.
In conclusione, vorrei sperare che la società contemporanea si riappropri di quei valori espressi dai militari italiani nella Prima Guerra Mondiale, in una sorta di contiguità di plusvalenza etica per aiutare le nostre future generazioni a liberarsi dei cattivi maestri, per i quali tutto è relativo sino a mistificare la realtà con la sovrapponibilità del bene col male, sino a produrre una mistificazione dei valori stessi.
Dr. Cav. Michele Miulli
Ufficiale nei carabinieri ed esperto d’arte