I.M.I. Internati Militari Italiani

Alle mostruosità che un conflitto reca in sé,… di Salvatore MEMEO – Vitoronzo Pastore

 Leggendo alcune pagine del Primo Tomo dell’Opera di Vitoronzo Pastore.

È da ricercare nei titoli dei suoi libri la caratura del personaggio, scrittore-collezionista, Vitoronzo Pastore.

Dall’ultimo titolo “Stammlager l’incubo della memoria”, egli raccoglie, oltre le memorie storiche, della Seconda Guerra Mondiale, sentimenti quali: angosce, speranze, illusioni, affettività mancate, snervanti attese, privazioni di ogni tipo e “grazia”.Molti sono i documenti della raccolta, e tante pagine necessitate, per raccoglierli. Il lettore, lo studioso, colui che ha bisogno di far ricerche in merito, trova nei tre tomi che compongono la raccolta, le risposte alle proprie domande. La fotocopiatura dei tanti documenti inseriti lascerebbe perplesso il più meticoloso, attento e incallito bibliotecario. Questi se ne chiederebbe la fonte e la provenienza, di tali documenti, visto la molteplicità, l’eterogeneità e l’unicità assoluta. Alcuni sono dei veri cimeli storici.  Il lavoro di ricerca non sarà stato così facile per Pastore, ma affermerei, dannatamente complicato, difficile, se non conoscessi la sua frenetica e, mi scuso per il termine, delirante passione, per lo studio e le analisi di questo tipo. La penultima volta che l’avevo incontrato, la mia memoria l’aveva fotografato diverso nell’aspetto dall’ultimo incontro che abbiamo avuto qualche giorno fa. Questa volta ho avvertito, guardandolo, l’entità subita per il lavoro svolto, insieme all’evidente sua soddisfazione. Era rincuorato e rilassato per il lavoro portato a compimento.

Si parla di Conflitto Mondiale, nell’Opera di Pastore. Una guerra si sa come ha inizio ma è assai difficile prevederne gli sviluppi. L’unico elemento certo che si può affermare, che essa, in ogni caso, non è mai legittima è manca sempre di ragione, sia da una parte sia dall’altra. L’uomo ha l’intelletto per discutere i problemi e deve adoprarlo, farne uso. Chi manifesta sintomi che vanno dal bizzarro, allo sconcertante e all’assurdo, può essere definito pazzo. Con la pazzia si possono intraprendere percorsi dannosi, per sé e per gli altri. Da una situazione di pazzia appunto è scaturito e si è sviluppato il Conflitto in questione. Sopprimere le razze che ad un Tizio non gli andavano a genio. Ma quale razze! Qui ce n’è una sola ed è quella umana. Ne facciamo parte tutti. È il tema attuale di Papa Bergoglio. Nel DNA di ognuno di noi ci sono cromosomi che determinano la nostra provenienza. Se ne può definire anche quella lontanissima, vecchia di generazioni. La razza umana! Quando la religione afferma che siamo tutti fratelli non afferma eresie, anzi fa ben capire quanto forte sia il legame tra un essere umano e il suo simile. Essa è omogenea e consolidata da millenni. Solo le religioni estremiste non tengono conto di tali omogeneità. Per questo sono spesso motivo di contrasto tra i popoli. Io stesso non amerei un dio bellicoso, sanguinario, e mi voterei all’ateismo.

Alle mostruosità che un conflitto reca in sé, bisogna che si accendano voci di denuncia e non di silenzi, di noncuranza. Chi apparentemente resta fuori dal conflitto non può definirsi persona sicura. La guerra è come un tumore maligno che va in metastasi. Nessuno, con una guerra in corso, può far conto sulla propria sicurezza: il tumore resta nell’aria, dove si propaga.

Sfogliando le prime pagine, dell’immane opera di Pastore, si nota subito a quale indirizzo l’A. voglia condurre il lettore e, da soggetto estraneo, passivo, lo coinvolge in un percorso di disagio storico, quasi come protagonista. Ma aprendogli qualche sprazzo, messaggio etico, in modo che egli possa curarsi e lenirsi da eventuali avvenimenti sconci, narrati. Sono documenti “emostatici” intrisi di tragedia e di sangue, di dolose e sofferte realtà, dove la memoria dei sopravvissuti è la sola a soffrirne-gioirne. La memoria, dal destino insignita, di una medaglia di libertà.

Per i famigliari, le attese di veder tornare i loro congiunti, si fecero estenuanti, logoranti nel fisico e nello spirito. Le speranze si affievolivano giorno dopo giorno alle scoraggianti notizie che, attraverso canali inconsueti, anomali a quelli ordinari e ufficiali, mettevano più angoscia in chi aspettava rivedere e abbracciare il proprio caro. Gli impegni presi, anche da istituzioni internazionali, come la Croce Rossa e le associazioni per i diritti umani furono boicottate dai nazisti.

Si era affievolita l’ultimo filo di speranza… alle false promesse fatte dai più… L’anomalia alle regole, da parte di chi perpetrava la tragedia era sì evidente e sfacciata da far capitolare i più ostinati fiduciosi i quali, fino all’ultimo momento avevano sperato in un ravvedimento del vessatore.

Ci fu un patto d’alleanza tra Hitler e Mussolini ma che non venne mantenuto fino alla fine. I tedeschi accusarono l’Italia di non averlo rispettato. L’inosservanza costò agli italiani, da parte dei tedeschi, la nomea di “Verweiger”, traditori. Essere additati come vigliacchi, traditori, di primo acchito potrebbe suonar malissimo, ma non in quel caso. Certo è che un’alleanza, come base, dovrebbe mantenere il rispetto delle regole e la coerenza nei valori che, in quel caso vennero a mancare, anche se quelli riferiti a un conflitto sono soggettivi e da rivedere. Il rifiuto a proseguire nel plateale misfatto fu il risveglio della coscienza di molti soldati italiani. Una simile reazione, con risvolti contenuti, nacque pure tra i soldati tedeschi, recalcitranti, quest’ultimi e stanchi di assecondare gli ordini impartiti dai propri superiori. Alcuni di loro la subirono mentre altri rischiarono la pena di morte poiché considerati, traditori della Patria.

Inutile affermare che non vi sono coscienze dubbie dalle quali, a causa di giuste etiche consolidate, non si possa scindere, mancare a patti stipulati e a livello globale, dove non si è tenuto conto:della natura umana e dei suoi valori. Essere additati come traditori, nel caso i valori etici vengono a mancare, può sembrare un paradosso ma, il termine traditore assume il volto dell’opposto: fedele alla propria morale. Questa va tenuta sempre alta e libera da qualsiasi forma di subdola sudditanza, costi quel che costi, anche la propria vita. I soldati italiani furono solo coraggiosi a non voler accettare condizionamenti dai nazisti. Hitler aveva coniato la frase: “Wer nicht für mich ist, ist gegen mich.”, chi non è con me, è contro di me. Quale altra arroganza, se non questa, possa dire quanta pericolosa megalomania fosse concentrata in quell’uomo. Ma gli italiani che avevano capito l’antifona gli avevano girato le spalle,facendogli capire che non avevano né intenzioni e né “gambe” per proseguire in quella scelleratezza. Nei casi, dove il Diritto Internazionale non viene rispettato, com’è avvenuto da parte della Wehrmacht che aveva ricevuto l’ordine di ignorarlo, beh è stato proprio in quel caso che si è presentato il vero Verweiger in oltraggiosa veste nazista. Molti furono i fanatici tra comandanti e truppe hitleriane, e non pochi furono coloro che boicottarono il loro stesso Führer.

I campi di concentramento, ancor prima di essere adoprati come tali, erano serviti come centri di addestramento, formale e psicologico, delle truppe. Le intenzioni, poi messe in campo, necessitavano dare un duro addestramento ai ragazzi, anche molto giovani, prima di mandarli al macello… i pochi scampati, alla fine della guerra, ne uscirono frastornati e con una visione diversa sulla questione razziale. Oggi, dopo quasi ottant’anni, di quieto vivere, le nuove leve, stupidamente e pericolosamente, inneggiano ai tempi in cui non erano ancora nati: è il segno che l’homo sapiens, sapiens, ha bisogno di sbatterci la testa per afferrare bene la “lezione”, per non volerla apprendere dai libri di storia e da chi l’ha vissuta.

Carissimo amico Vitoronzo, ho sfogliato e lette alcune pagine del primo libro del cofanetto e mi son fermato. Ho voluto fare, in merito, qualche mia flessione, epistolare e poetica. Il prezioso e unico “materiale” che hai voluto mettere in visione, con la pubblicazione dell’Opera, ha un valore storico di altissima caratura. Non sono un esperto ma un po’ conoscitore umano per cui ti sollecito a proseguire su questo tema. Ti ringrazio di cuore per avermi omaggiato di sì tanta stima e ti saluto, con il desiderio d’incontrarti prossimamente, tuo riconoscente amico, Salvatore.

11/01/2018

Bisceglie, Palmento, 3 settembre 2011. Da ds la piccola attrice Annamaria Ceci, poeta Salvatore Memeo, Pina Catino Presidente Club UNESCO Bisceglie, ND Maria Consiglio-Nacci, Vicepresidente Consiglio Comune di Bisceglie dott Domenico Storelli, dott Michele Nacci, Nicolantonio Logoluso Presidente Soc. Operaia Mutuo Soccorso “Roma Intangibile” dr Mauro Dell’Olio Presidente LIONS Club Bisceglie.

Foto da: http://www.ilportaledelsud.org/palmento.htm

immagini Assemblea dei Soci del Club per l’UNESCO di Bisceglie (5 gennaio 2018)

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