DIVISIONE ACQUI LA STRAGE 70 ANNI DOPO
Il massacro della Divisione Acqui
Settanta anni fa si consumava il brutale massacro compiuto dai tedeschi all’isola di Cefalonia e Corfù, il signor Vitoronzo Pastore, collezionista e scrittore di Casamassima (Bari) racconta i tragici eventi che si verificarono in quelle isole dopo l’annuncio dell’armistizio la sera dell’8 settembre 1943.
Durante la ricerca storica e la raccolta di materiale per il suo prossimo libro sui Caduti e Dispersi del Sud-Est barese si imbatte, tra le varie Unità Militari, nella Divisione Acqui, conosceva quei fatti fin da quando giovane allievo della Guardia di Finanza, durante la cerimonia dell’alza bandiera ascoltava la lettura degli “Atti di Valore” compiuti in guerra dai nostri soldati
Nei suoi ricordi spicca la motivazione della Medaglia d’Oro conferita al sottotenente dei Carabinieri Orazio Petruccelli che “… sfidando un picchetto armato tedesco ammainava la bandiera germanica issata oltraggiosamente dal nemico nella piazza di Argostoli, innalzando nuovamente la bandiera italiana (…) Catturato dai tedeschi affrontava la morte per fucilazione con fierezza e dignità di soldato”.
Il caso ha voluto che, durante il suo percorso di collezionista venisse in possesso di una cospicua corrispondenza dell’ Ufficio Posta Militare che aveva accompagnato la Divisione Acqui dalla sua ricostituzione (1939) al settembre 1943, trovandosi tra le mani la corrispondenza militare scritte da quegli stessi soldati che, pur nella crudeltà di una guerra, non avrebbero mai immaginato una fine così atroce per mano di altri soldati che, tradendo ogni regola militare, infierirono su dei prigionieri colpevoli solo di aver onorato la loro divisa e il loro Paese.
Gli è stato arduo dover scegliere tra quelle carte ingiallite scritte da uomini che in gran parte erano stati uccisi a Cefalonia e Corfù, dover fare una selezione fra le tante piccole storie racchiuse in quelle lettere piene di sentimenti, di pensieri, di confidenze e di nostalgia “vorrei essere una rondine e venirvi a trovare” scriveva un militare ai suoi genitori.
Nel volume, oltre alla storia di quelle drammatiche vicende, per la prima volta viene portato a conoscenza l’elenco dei Caduti e Dispersi noti della Puglia e della Basilicata. Pubblica diverse corrispondenze dell’11 novembre 1943 (unica data conosciuta) dei prigionieri, dal Campo di Concentramento “Caserma Mussolini” di Cefalonia e dalle Carceri di Argostoli; la trascrizione di come accolse la Città di Bari le salme dei trucidati avvenuta nel 1953 come riportata da “La Gazzetta del Mezzogiorno” dell’epoca; testimonianze inedite di importanza storica di reduci deceduti e viventi, corrispondenze e manoscritti.
Questo libro è dedicato a quei ragazzi che si immolarono all’insegna del dovere, di quelli che sanno scegliere sacrificando se stessi, ed è “faro” che illumina il nostro futuro.
L’autore ringrazia tutti coloro che avranno la bontà di acquistare il libro, sapendo che il ricavato della vendita sarà interamente devoluto in beneficenza all’Associazione “Alois” Alzheimer” Onlus di Brindisi.