I casoriani sepolti nei cimiteri militari italiani in Austria e Germania
di Giuseppe STORTI
La guerra è sempre una grande tragedia collettiva i cui risvolti si propagano per anni, in particolare per chi sopravvive alla morte di parenti ed amici. Nel giorno della memoria, ma non solo in questo giorno, è opportuno ricordare per non dimenticare e soprattutto al fine di evitare per dirla con le parole del titolo di una famosa opera dell’artista spagnolo Francisco Goya, che il sonno della ragione possa generare nuovi mostri chiamati guerra! Dedichiamo, quindi nel giorno della memoria, quest’articolo a tre nostri concittadini che furono coinvolti e per questo trovarono la morte, nella incommensurabile tragedia della seconda guerra mondiale, e che ora riposano il sonno dei giusti nei cimiteri militari italiani in Austria, Germania e Polonia. Qui di seguito i loro nomi e le notizie che li riguardano che poi svilupperemo in maniera più dettagliata alla luce della ricostruzione che abbiamo fatto. In questa nostra ricerca ci ha fornito preziose indicazioni Roberto ZAMBONI, anima di un portale che dedica spazio e ed impegno costante alla ricerca ed alla documentazione storica sulle sorti delle migliaia di soldati italiani che dopo l’otto settembre 1943, data dell’armistizio di Cassibile, firmato del Generale Badoglio, Capo di governo provvisorio, succeduto a Benito Mussolini dopo il suo arresto, e che segnò l’inizio di terribili sventure per il nostro esercito e per le popolazioni civili. La fuga dei vertici dell’esercito italiano e del Re Vittorio Emanuele III insieme al figlio Umberto da Roma verso il Sud, unitamente alla generica comunicazione delle clausole dell’armistizio, ingenerarono la convinzione che la guerra fosse terminata, gettando nel caos le forze armate italiane. Da ciò l’inizio di una tragedia peggiore, se possibile, della guerra che volgeva al peggio per la nostra nazione. Infatti ben 22 mila ufficiali e 650 mila soldati italiani furono fatti prigionieri dall’esercito tedesco e spediti su carri bestiame in diversi Lager nazisti con la qualifica di I.M.I. (internati militari italiani) nelle settimane immediatamente successive, in flagrante violazione della Convenzione di Ginevra che non venne ritenuta applicabile ai militari italiani che si ritenevano traditori. Roberto ZAMBONI è un ricercatore volontario che dal 1994, per senso civico e dovere d’informazione espleta una meritoria opera di documentazione e ricerca senza nessun contributo economico. L’unico suo obiettivo è quello di informare le famiglie di questi nostri connazionali delle sorti dei propri congiunti. Dal mese di marzo 2009, collabora con il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra (Onorcaduti – Ministero della Difesa), ente preposto alla ricerca ed alla sistemazione delle loro Spoglie, che gli ha fornito l’elenco generale degli italiani sepolti nei cimiteri militari italiani. Di seguito, quindi, ha esteso le ricerche, oltre che ai deportati civili sepolti in Germania, Austria e Polonia, anche ai lavoratori liberi o coatti (e loro famigliari) e agli Internati Militari Italiani. Come giustamente scrive sul suo portale: “Gli elenchi sono un bene assoluto, perché dietro ad ogni nome c’è un volto e dietro ad ogni volto una vita”. Per questa sua instancabile ed encomiabile attività di ricerca è stato insignito, il 27 gennaio del 2010, nel giorno della memoria dal Comune di Verona, della medaglia d’oro della città scaligera, quale segno di riconoscenza per il prezioso lavoro di ricerca svolto.
MACLEAN EDOARDO, nato il 19 gennaio 1879 a Casoria (NA) – deceduto a Bad-Neuheum (Assia) il 18 dicembre 1944, sepolto a Francoforte sul Meno (Germania) – Cimitero Italiano d’Onore – posizione tombale: riquadro C – fila.
PUZIO GAETANO, nato il 14 luglio 1924 a Casoria (NA), soldato, deceduto a Haid Ansfelden (Alta Austria) il 19 giugno 1945, sepolto a Mauthausen (Austria) – Cimitero Militare Italiano – posizione tombale: fila 7, tomba762.
SCOTTI GIOACCHINO, nato il 5 aprile 1915 a Casoria (NA), sergente, deceduto il 19 maggio 1944, sepolto a Berlino (Germania) – Cimitero Militare Italiano d’Onore – posizione tombale: riquadro 3, fila 4, numero 22, tomba 698.
Ecco i loro nomi, ma grazie alle informazioni raccolte da Roberto ZAMBONI, possiamo descrivere e fornire ulteriori informazioni per ciascuno di questi nostri concittadini. Iniziamo da Edoardo Maclean. Edoardo era un lavoratore civile che si trovava in Germania (probabilmente morto sotto qualche bombardamento). Visto il cognome, si presume fosse originario del Regno Unito o degli Stati Uniti, o giù di lì (ma nato a Casoria). Non sappiamo perché lavorasse per i tedeschi. I lavoratori civili potevano essere anche coatti, ovvero costretti a lavorare in condizioni disumane per l’industria bellica pesante nazista oppure in altri settori. Probabilmente fu costretto a lavorare per i tedeschi o per l’origine inglese o statunitense, nonostante fosse nato a Casoria, oppure perché considerato cittadino italiano e quindi nemico. Puzio Gaetano, nato il 14 luglio 1924 a Casoria. Soldato della Milizia Volontari per la Sicurezza Nazionale (MVSN). Deceduto a Haid Ansfelden (Alta Austria) il 19 giugno 1945. Sepolto a Mauthausen (Austria) / Cimitero militare italiano. Posizione tombale: fila 7 / croce 54 / tomba 762. La Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, nasce nel 1923 come milizia del Partito fascista. Tant’è vero che gli appartenenti erano anche denominati “ camice nere” una sorte di divisa che indossavano e che testimoniava la totale adesione al partito fascista. Successivamente divenne una vera e propria componente delle Forze armate regie. Nell’ambito della seconda guerra mondiale i battaglioni delle milizie parteciparono a tutte le fasi della guerra, venendo impiegati su tutti i fronti bellici. Dopo l’otto settembre la maggior parte delle unità della milizia il cui comandante supremo era lo stesso Mussolini, si trovavano in Grecia. Presumibilmente Puzio fu catturato lì. La quasi totalità degli appartenenti alle Milizie aderirono al regime nazista e furono di seguito inquadrati nell’esercito repubblichino. Quindi, dobbiamo presumere che il Puzio rimase fedele all’Italia e quindi fatto prigioniero e condotto nei lager nazisti. Scotti Gioacchino, nato il 5 aprile 1915 a Casoria. Sergente della 269a Batteria d’Artiglieria. Fatto prigioniero dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 ed internato in Germania nello Stalag III A di Luckenwalde. Trasferito allo Stalag III D di Berlino e decentrato presso il comando di lavoro (Arbeitskommando) di Berlino-Biesdorf. Deceduto il 19 maggio 1944 ed inumato in prima sepoltura nel Cimitero di Doberitz-Elsgrund. Esumato e traslato nella seconda metà degli anni ’50 nel Cimitero militare italiano d’onore di Berlino (Friedhof Zehlendorf). Posizione tombale: riquadro 3 / fila 4 / numero 22 / tomba 698. Anche il Sergente artigliere Scotti, rimase fedele al giuramento fatto al Re ed allo Stato italiano, quindi fu condotto nei famigerati Stalag. Luoghi di sofferenza e di umiliazione per i sodati italiani. Nel primo Stalag dove passò il Sergente Scotti, furono tenuti prigionieri ben 15mila soldati italiani, i quali subivano il trattamento peggiore. Di seguito trasferito nello Stalag III D di Berlino, dove purtroppo trovò la morte. Ben 650 mila soldati italiani furono deportati in quelli che erano veri e proprio campi di concentramento, dove venivano sottoposti in condizioni di privazione ad un lavoro massacrante, con l’unico intento di annientarli fisicamente e psicologicamente. Per comprendere in pieno il triste destino dei militari italiani deportati negli Stalag nazisti riportiamo le parole di uno storico tedesco che si occupò di analizzare nella fase successiva alla guerra questo terribile capitolo riguardante i nostri soldati. Ecco cosa scriveva: Gli internati militari italiano furono traditi, disprezzati, dimenticati. Traditi da Badoglio, dal Re che scappò e disprezzati dai tedeschi che li consideravano alla mercede dei traditori, letteralmente dimenticati dalla Repubblica nata nel 1946 dalla Resistenza. Questo il loro destino. Per chi volesse approfondire questa tragica pagina della nostra storia suggeriamo l’opera dello storico Vitoronzo PASTORE in tre tomi dal titolo “ Stammlager l’incubo della memoria”, che ben descrive i famigerati campi di prigionia del regime nazista. Il 27 gennaio del 1945, le truppe sovietiche impegnate nella offensiva contro l’esercito nazista che le avrebbe condotte fino a Berlino, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Da quel momento il mondo intero scoprì gli effetti nefasti dell’Olocausto. Un giorno indelebile per l’umanità che scopriva la cosiddetta “ banalità del male” dal titolo di un famoso libro della scrittrice di origine ebraica Hannah Arendt che descrisse le fasi del processo al gerarca nazista Adolf Eichmann processato a Gerusalemme per genocidio e condannato all’impiccagione, in considerazione del fatto che fu uno dei maggiori responsabili della ideazione e della realizzazione dello sterminio degli ebrei. Ogni anno, quindi, il 27 gennaio si ricorda quella terribile tragedia. Quest’anno, ci sono molto piaciute le parole del Presidente Mattarella, scandite proprio in occasione della giornata della memoria. Significative perché il mondo intero sta vivendo tempi in cui pare riaffiorare il germe del male. “Quel male (lo Shoah) alberga nascosto, come un virus micidiale, nei bassifondi della società, nelle pieghe occulte di ideologie. Pronto a risvegliarsi ed a colpire.” Queste le parole del nostro Presidente. Il vaccino contro il virus nascosto nelle tenebrose viscere della storia sono i valori della nostra costituzione repubblicana. In questo giorno ricordiamo i caduti casoriani sepolti all’estero con una espressione mutuata dalla tradizione ebraica di onoranza funebre per persone care: “la Vostra memoria ed il Vostro ricordo sia una benedizione”. Di sicuro la Vostra memoria rimarrà ben impressa nella grande storia della nobile Terra di Casoria!
FONTE: Notizie e foto- Autore Roberto Zamboni – “Dimenticati di Stato” – www.dimenticatidistato.com.