Un’altra voce si alza, fra tutte,
in tanto guerreggiare: è la voce di Dante Alighieri, l’altissimo poeta.
Il Sogno di Dante. Anche Dante, come Federico II, sognò di vedere riunito… il bel paese che Appennin parte, il mar circonda, e l’Alpe, invece… continuavano le lotte fra città e città, continuavano le lotte entro le mura di una stessa città. Ed alcuni pensavano ancora ad un Imperatore che avrebbe potuto condurre tutti alla concordia, altri speravano di più nel Papa. Dante voleva un accordo tra il Papa e l’Imperatore: “Il Papa riunisca i cuori degli uomini, metta la pace tra le anime – egli diceva – e l’Imperatore conduca la pace fra le città, come il tempo antico”. “Papa e Imperatore sono come due soli – diceva ancora -:Tutti e due devono illuminare gli uomini”.
Vita di Dante. Dante era a Firenze nel 1265. Giovanetto ancora, aveva preso parte a battaglie contro i vicini Comuni. Uomo maturo, era stato messo fra i capi della sua città, ma poi coloro che come lui avevano fede nell’Imperatore furono cacciati da Firenze, in esilio. Fino alla morte, il poeta più grande del mondo visse in esilio. Viaggiò per l’Italia con i suoi libri, con il suo magnanimo cuore acceso dal dolore di vedere la Patria dispersa come una nave senza nocchiero in gran tempesta. Ogni città d’Italia fu spronata da lui a comporre le discordie, a unirsi con le altre; talvolta le sue parole furono fuoco. Ma queste parole scritte in un poema, la Divina Commedia, che gli italiani leggeranno sempre con amore, nei tempi tristi e nei tempi lieti, sproneranno assai più tardi i figli di Roma a unire le forze per creare un nuovo Impero.
Fierezza di Dante. Sperò Dante, per questa sua opera, di rientrare in Firenze: Firenze che tanto egli amava e tanto desiderava di vedere, anche se contro i suoi cittadini lanciava le più aspre parole. Ed un giorno gli fu offerta l’occasione di rientrare: avrebbe rivisto i campanili della sua città, il suo bel San Giovanni, gli amici di un tempo, la sua famiglia. La triste vita d’esilio sarebbe finita. Ma quando i fiorentini gli fecero sapere che avrebbe dovuto tornare vestito da penitente e con la corda al collo, come se fosse stato un malfattore, l’animo di Dante si ribellò e scrisse ad un amico: “Non per questa via, non per questa via Dante Alighieri ritornerà a Firenze…!”. E non tornò.
