Donato CATALANO
Il foglio matricolare specifica che nacque il 25 agosto 1888 a Casamassima, da Rocco e da Marzia Antonia Bellomo, di professione contadino. Il 10 marzo 1915 venne nominato soldato di leva di 1ª categoria e lasciato in congedo illimitato. Il 19 aprile 1916 fu chiamato alle armi e inviato al Deposito del 14° Reggimento Fanteria e successivamente, il 30 aprile, fu trasferito nel 69° Reggimento Fanteria. Il 27 ottobre 1917 fu fatto prigioniero sul dosso Fajti, q. 432. Il 13 novembre 1917 moriva in campo di prigionia a Sigmundsherberg (Austria). Nella copia dell’atto di morte compilato dal nemico della Regia Delegazione d’Italia-Vienna, Ufficio addetto militare di Vienna del 26 maggio 1922 si trova scritto che il soldato Donato Catalano della 6ª Compagnia del 69° Reggimento Fanteria, nato a Casamassima il 25 agosto 1888, figlio di Roccorisultava deceduto per malattia il 13 novembre 1917 al campo di prigionia di Sigmundsherberg e veniva sepolto nel cimitero del campo unito dei conforti religiosi. La Banca Dati di “Onorcaduti” determina come segue: Catalano Donato di Rocco, soldato del 69° Reggimento Fanteria, nasce il 25 agosto 1888 a Casamassima, muore il 13 novembre 1917 in prigionia per malattia.
Nota storica – Il 69° e il 70° Reggimento Fanteria formavano la Brigata “Ancona”. La sede dei Reggimento in tempo di pace era per il 69° e il 70° a Firenze. I Distretti di reclutamento erano ad Ascoli, Bergamo, Catania, Gaeta, Orvieto, Torino e Traviso. Dal 15 ottobre 1917, la Brigata si trovava con la 58ª Divisione in prima linea nel settore del Fajti, allorché si manifestò la grande offensiva austro-tedesca (24 ottobre – 26 dicembre). Dopo un violento bombardamento, seguirono nei giorni 24 e 25 attacchi di piccoli reparti, sempre respinti. Il 26 ottobre il nemico attaccò con forze soverchianti preceduto da un nuovo bombardamento di estrema violenza. Il 70°, schierato in prima linea, oppose strenua resistenza, sacrificandosi sul posto. Il 69°, meno duramente provato dal bombardamento, cercò tenacemente di fronteggiare la pressione nemica e fino al 27 ottobre resistette. La 2ª Armata, visto la situazione, ripiegò; il 69°, ridotto a circa 600 uomini, raccolse i superstiti del 70°, iniziò ordinatamente la ritirata. È da ritenere che il nostro Donato Catalano venne fatto prigioniero nei fatti d’arme sopra citati.