Il 27 gennaio 1945 – Giornata della Memoria
Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa spalancarono i cancelli di Auschwitz smascherando al Mondo l’orrore dei nazisti.
Agli occhi del mondo balzò prepotente la percezione di cosa l’essere umano sia in grado di fare. Tutti furono colti da repulsione, invasi da spavento collettivo a causa della macabra visione di cadaveri ammassati e attrezzi utilizzati per la loro eliminazione. Uno sbigottimento generale, un senso di impotenza di fronte alla manifestazione di cotanta crudeltà. Oltre sei milioni di Ebrei furono sterminati per il solo fatto di essere stati definiti “razza inferiore” a fronte di una razza pura e superiore alle altre,quella detta “ariana” alla quale secondo le egemonie del momento spettava il predominio assoluto
Oltre ad Auschwitz (Polonia), ricordiamo i Campi di sterminio e prigionieri più noti dislocati a Dachau (Germania), Belżec (Polonia), Bergen-Belsen (Germania), Buchenwald (Germania), Chelmo (Polonia), Flossenbürg (Germania), Gross-Rosen (Polonia), Majdanek (Polonia), Mathausen (Austria), Mittelbau-Dora (Germania), Neuengamme (Germania), Natzweiler (Francia), Sachsenhausen (Germania), Sobibór (Polonia), Stutthof (Polonia), Theresienstadt (Repubblica Ceca), Treblinka (Polonia), Varsavia (Polonia), Westerbork (Paesi Bassi), nomi che stimolano tuttora sentimenti di sdegno, repulsione, atterrimento.
Gli stessi sentimenti si palesano se si pensa ai comportamenti dell’esercito tedesco, Wehrmacht, nei confronti della Divisione “Acqui” a Cefalonia e Corfù (Egeo).
Dopo la resa, senza pietà alcuna, esattamente come nei Campi di sterminio, trucidarono con fucilazioni di massa quei “Ragazzi” che si arresero ad un esercito preponderante. Gente vile che infierì su giovani inermi, così come infieriva contro il popolo ebraico, senza distinzione di trattamento: donne, bambini e vecchi. Nulla, agli occhi di questi folli, mitigava il fatto di essere appartenente alla “razza sbagliata”
Ricordiamo anche gli oltre 650.000 Italiani che dissero NO al nazifascismo
Furono denominati Italienische Militär Internierten I.M.I., Internati Militari Italiani, nome ufficiale dato dalle autorità tedesche, ai soldati italiani catturati, rastrellati e deportati nei territori del Terzo Reich nei giorni immediatamente successivi all’armistizio dell’8 settembre e firmato il 3 settembre 1943 a Cassibile (Siracusa) dal Governo Badoglio con gli Anglo-americani.
Dopo il disarmo, soldati e ufficiali italiani vennero posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle fila dell’esercito tedesco o, in caso contrario, essere inviati in campi di concentramento in Germania. La resistenza nei lager costò la vita ad oltre 65.000 I.M.I. a causa di punizioni durissime e cibo estremamente scarso e spesso avariato, che mieteva vittime su vittime e tramutava anche i più forti e impavidi, in spettri di se stessi. A scadenze mensili, il comando del campo, procedeva ad eliminare quanti non erano più abili al lavoro, destinandoli alle camere a gas. Tentativi di fuga furono stroncati con massacri.
Il 22 giugno 2017 Francesca Dell’Aia e Luna Pastore, due giovanissime mie concittadine scrissero come riflessione e prefazione nel libro “Stammlager l’incubo della memoria”:
“Arbeit macht frei”, il lavoro rende liberi, è la frase che in un passato non molto lontano corrispondeva al motto posto all’ingresso di numerosi campi di concentramento nazisti durante la Seconda guerra mondiale e che sintetizza una delle più grandi menzogne che la storia recente ci abbia rivelato. Oggi, compiendo il doveroso sforzo di contribuire, nel nostro piccolo e con la consapevolezza di giovani appassionate di storia, cultura, arte e conoscenza, a invertire la rotta tracciata un tempo da odio e ipocrisia e di provare a trasmutare il messaggio fornito da quella frase in un qualcosa che restituisca alle parole il loro stesso significato, siamo chiamate a sostenere che nel mondo attuale, quello ereditato dalle tragedie dello scorso secolo, il lavoro possa davvero renderci liberi. È il caso della ricerca approfondita, della raccolta meticolosa, dello studio accurato e della riflessione appassionata sulla nostra storia e sugli avvenimenti che hanno un’eco tangibile sul nostro presente. Tutto questo rende sicuramente liberi. Liberi dal pericolo di dimenticare, dal pericolo che si possa negare o sminuire, dal pericolo che quanto già successo possa di nuovo accadere, come difatti avviene.
È così in effetti, ancora oggi, anche se con sfaccettature diverse, si avverte latente quel senso mancante di uguaglianza, malgrado si sponsorizzi in ogni modo il contrario. Recenti fatti di cronaca dimostrano come l’aver toccato la parte peggiore dell’animo umano, non sia servito a renderlo definitivamente migliore.
NO “all’Odio”! NO al razzismo! NO a qualsiasi tipo di negazionismo! Ma ahimè il DIAVOLO è ancora tra noi!
Di seguito i Caduti e Dispersi del mio paese: Casamassima (Bari), i nostri padri, i nostri nonni, i nostri zii che non fecero più ritorno
I.M. I. di Casamassima
Andrea CAMPAGNA, nato il 24 aprile 1924 a Casamassima, da Luca e da Antonia Ettorre, abitante in via Chiasso Angelica, 3, di professione agricoltore.
Si presentò il 12 maggio 1943 al D. M. per chiamata alle armi e venne inquadrato nel 94° Reggimento Fanteria “Fano”. Il 10 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi e internato in Germania. Risultò deceduto il 18.7.44 a Zeithain come da comunicazione del Ministero della Guerra n. 559338/1-A in data 12.12.1946.
Cartolina dello Stalag III D, manoscritta l’1.1.44 da Andrea CAMPAGNA, matricola 57579, inoltrata il 13.1.44
Cari genitori, questa mia per farvi sapere che sto bene, spero altrettanto di voi. Fatemi saper se avete spedito il pacco, vi mando un’altro modulo, solo roba da mangiare, quello che potete. Baci a tutti, Vostro figlio Andrea.
Pietro GIROLAMO, nato il 28 dicembre 1921 a Casamassima, da Nicola e da Pasqua Palmieri, abitante in via Chiasso Ninna, 43, di professione muratore.
Il 14 gennaio 1941 si presentò al D. M. per chiamata alle armi, fu inquadrato nel Reparto Genio Egeo e inviato al Deposito Misto Truppe Regio Esercito Egeo in Barletta. Il 15.2.41 venne aggregato alla 9ª Compagnia Chimica in Bari e il 24.3.41 s’imbarcò a Bari sbarcando a Rodi. Il 24.12.41 venne ricoverato al 234° Ospedale da Campo con rientro al Corpo. L’8 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi e internato in Germania. Moriva il 20 gennaio 1945 all’Ospedale di Zeithain in seguito a Tbc polmonare e fu sepolto al Cimitero Italiano di Zeithain, tomba 656. Il 26 maggio 1960 gli fu conferita la Croce al Merito di Guerra.
Biglietto dello Stalag IV B, manoscritto il 2.12.44 da Pietro GIROLAMO, matricola 109065
Cara madre, dopo la cartolina che mi scrivesti con data 5 luglio, non ho più ricevuto altro, mentre ti ho inviato diversa corrispondenza dicendoti sempre che sto bene. Cara mamma, come avrai saputo, io sono sempre in un luogo di cura. Passo tranquillo i miei giorni aspettando con tanta ansia il ritorno in Patria e quindi la nostra unione. Desidero sapere se hai ricevuto notizie dal caro fratello, sono in pensiero, vorrei sapere anche dei parenti e amici. Vorrei sapere soprattutto di te e più notizie della sorella Rosa, se trovasi a Casamassima o altrove. Con l’augurio di vederci presto e di scrivere buone notizie, invio abbracci a tutti, tuo affezionatissimo figlio Pietro.
Paolo CARELLI, nato il 9 settembre 1911 a Casamassima, da Francesco e da Nunziata Susca, abitante in via Bandoliera, 16, di professione contadino.
Il 24 settembre 1935 si presentò al D. M. per chiamata alle armi e inquadrato nel 10° Reggimento Fanteria Compagnia Chimica. Il 1° luglio 1936 venne collocato in congedo. Il 9 dicembre 1942 fu richiamato per esigenze di carattere eccezionale e inviato alla Compagnia Chimica in Roma. Per la morte del padre venne inviato in licenza di trenta giorni. Il 10.1.43 rientrò al Corpo. Il 9 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi e internato in Germania. Moriva in prigionia il 12 aprile 1945 nel Reserelazzaret di Zeithain dello Stalag IV B e sepolto alla tomba n. 766. Non era inquadrato in formazioni tedesche o repubblicane.
Cartolina dello Stalag IV B, manoscritta il 15.9.44 da Paolo CARELLI, matricola 3284, inoltrata il 25.9.44
Carissima moglie, con molto piacere oggi ho ricevuto una tua lettera, sono molto contento che godete buona salute compreso i bambini, io me la cavo. Bacioni a tutti, stringi al cuore per me i nostri figli, baci, tuo Paolo.
Pietro COPPOLA, nato il 23 ottobre 1916 a Casamassima, da Giuseppe e da Angela Abbatecola, abitante in via Portauova, 12, di professione carrettiere.
Il 15 marzo 1938 si presentò al D. M. per chiamata alle armi e inviato nelle Truppe del Presidio di Zara. Il 4.1.40 usufruì di una licenza straordinaria; il 3 febbraio rientrò al Corpo. Il 6.6.40 venne inquadrato nel Battaglione Bersaglieri “Zara”. Il 30.11.41 fu collocato in congedo. Venne richiamato il 26 luglio 1942 e inquadrato nella 16ª Compagnia del 1° Battaglione Bersaglieri in Zara. Il 9 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi e internato in Germania. Il 25 marzo 1944 decedette durante la prigionia in seguito allo scoppio di una mina come da comunicazione del Ministero Difesa Esercito n° 515824\2 del 28.1.49. Il 29.2.1960 gli venne conferita la Croce al Merito di Guerra.
Francesco ANSELMO, nato il 17 dicembre 1922 a Casamassima, da Giuseppe e da Carmela Mazzone, abitante in via Turi, 63, di professione agricoltore.
Il 20 gennaio 1942 si presentò al D. M. per chiamata alle armi e fu inquadrato nel 48° Reggimento Artiglieria “Taro”. Dopo l’8 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi. Sua ultima lettera del 13 febbraio 1944:
Carissimi genitori, dopo lungo tempo in cui mi trovo in difficile condizioni e tanti pericoli passati e tanti tribolazioni, vengo a farvi sapere qualcosa della mia situazione; godo ottima salute insieme con i miei compagni e paesani, Azzone e Longo, stiamo tutti in un posto. Dunque miei cari genitori mi dovete scusare se ho fatto tanto ritardo a scrivervi perché ci dicevano che avremmo scritto quando sarebbe giunto l’ordine dal Comando superiore e avremmo per mezzo della Croce Rossa; intanto aspetta e aspetta, mi sono deciso finalmente; l’altra notte sognavo di tutti voi uniti di famiglia sapendovi tutti bene di salute, malgrado le vostre sofferenze per lo svolgimento dei fatti. Perciò, cari genitori, vi prego di non pensare troppo a me che per il momento sto con ottima salute; vostro figlio è forte e coraggioso affrontando tutti i pericoli e quelli che ancora incontrerà fino al ritorno in famiglia se Iddio ci aiuterà sempre con la sua protezione. Vi faccio sapere che mi trovo molto lontano da voi e fa freddo, mi trovo su un’isola della Manica vicino ai nostri nemici; comprendetemi bene sulla mia confessione che vi faccio. Nel caso qualche parola la troverete scancellata quello è il posto in cui mi trovo, intanto fatemi sapere se state tutti bene, visti come vi lasciai quando ero in licenza; mio fratello Vincenzo si trova con voi oppure anche lui si trova come me? Vi prego di far sapere ai genitori di questi miei paesani Azzone e Longo e uno di Rutigliano che si chiama… la lettera si interrompe.
Francesco non fece più ritorno, fu dichiarato disperso il 5.7.44 durante l’internamento in Francia. Alla famiglia, oltre ai suoi ricordi, il lascito di due foto, una cartolina per le Forze Armate e l’unico suo manoscritto da prigioniero (13.2.44) ricevuta nel 1951 dalla Croce Rossa, dopo sette anni. Il 13.4.1960 gli venne conferita la Croce al Merito di Guerra.
Nicola MICCOLIS, nato il 9 gennaio 1918 a Casamassima, da Giulio a da Maria De Luca, di professione contadino.
Il 25 febbraio 1938 fu volontario nella Regia Guardia di Finanza con la ferma di anni tre. Dal 1° settembre 1938 prestò servizio nella Legione di Palermo. L’11.6.40 venne trasferito presso il Comando Brigata Stanziale 2ª di Palermo per la difesa costiera e il 27.6.40 al Comando Brigata Litoranea di S. Erasmo. Il 18.8.41 fu trasferito alla Brigata Volante di Palermo. Il 1° gennaio 1943 nella Legione Territoriale di Torino e a disposizione della C.I.A.F. (Commissione Italiana di Armistizio con la Francia). Il 9 settembre 1943, in seguito agli avvenimenti conseguenti all’armistizio venne catturato dai Tedeschi e internato in Germania. Il 2.11.44 decedette a Stetten A.K.M. Baden (Germania) in seguito a fucilazione da parte dei Tedeschi
Pietro LOTITO, nato il 26 giugno 1923 a Casamassima, da Nicola e da Angela Pesce, di professione carrettiere, abitante via Conte Torino, 50.
Il 15 gennaio 1943 si presentò al D. M. per chiamata alle armi e inviato al Deposito Misto Truppe Egeo in Barletta. Il 7.3.43 raggiunse Mestre e successivamente a Il Pireo (Grecia). Il 20 aprile si imbarcò per Rodi raggiungendo colà il 309° Reggimento Fanteria. L’8 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi e internato in Germania. Il 21.7.44 moriva in seguito a incursione aerea degli Alleati ad Halberg (Germania); altre fonti dicono a Ludwigshafen Am Rhein (Germania) dove era dislocato. Attualmente è sepolto a Francoforte sul Meno al Cimitero Militare Italiano d’Onore. Posizione tombale: riquadro H – fila 2 – tomba 9. Non era inquadrato in formazioni nazi-fasciste (dispaccio n. 576225\2PB del 22.12.48 del Ministero della Difesa Stato Civile e Albo d’Oro). Il 5 gennaio 1960 gli fu conferita la Croce al Merito di Guerra.
Giuseppe VERNA, nato il 12 dicembre 1923 a Casamassima, da Filippo e da Angela Benevento, di professione contadino, abitante via Pietà, 8.
Il 5 gennaio 1943 si presentò al D. M. per chiamata alle armi, inquadrato nel 72° Reggimento Fanteria “Vittorio Veneto”, 3° Battaglione, 11ª Compagnia. Il 10.5.43 partì per l’Albania per via terra. L’8 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi e internato in Germania. Il 1° dicembre 1944 decede in Germania, trucidato dai Tedeschi; comunicazione del Ministero Difesa Esercito, Stato Civile e Albo d’Oro, n° 546118-1-A del 28.3.1949. Gli venne conferita la Croce al Merito di Guerra il 10.12.1959
Giuseppe EPISCOPO, nato il 23 marzo 1922 a Casamassima, da Michele e da Paolina De Tommaso, abitante in corso Garibaldi, 74, di professione contadino.
Il 22 gennaio 1942 si presentò al D. M. per chiamata alle armi e inviato al Deposito Truppe Presidio Zara. Il 14.4.42 venne inquadrato nel 158° Reggimento Artiglieria Difesa Frontiera in Zara. Il 4.4.43 usufruì di una licenza ordinaria di 15 giorni. Il 9 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi e internato in Campo di prigionia in Croazia nei pressi di Omis.Moriva in prigionia il 31 luglio 1944 in seguito a ferita d’arma da fuoco (dispaccio n° 631213\1° in data 6.9.50 del Ministero Difesa Stato Civile e Albo d’Oro). Il 6 giugno 1962 gli venne conferita la Croce al Merito di Guerra.
Donato CESSA, nato il 22 luglio 1910 a Casamassima, da Stefano e da Teresa Orofino, abitante in via Montemilone, 12, di professione carrettiere.
Il 14 aprile 1931 si presentò al D. M. per chiamata alle armi per la Scuola Palafrenieri. Il 21.5.31 venne inviato in licenza per la morte della madre. Il 7.9.31 fu collocato in congedo. Venne richiamato il 2 giugno 1940 e inviato al Deposito del 14° Artiglieria Difesa Frontiera. L’11.6.40 si imbarcò a Bari sbarcando a Durazzo (Albania) per la Direzione di Artiglieria di Tirana. L’8 settembre 1943 si sbandò a seguito degli eventi sopravvenuti all’Armistizio. Il 4 ottobre 1943 fu catturato dai Tedeschi e internato in Germania. Moriva il 16.7.44 in prigionia a Glubokoe (Bierolussia) in seguito a broncopolmonite.
Luca OROFINO, nato il 10 aprile 1920 a Casamassima, da Tommaso e da Marta Nanna, di professione barbiere.
Il 5 dicembre 1938 fu Allievo Guardia di Finanza di terra nella Legione Territoriale di Udine con la ferma di tre anni. Il 5.12.41 venne ammesso alla rafferma triennale. Il 2.7.42 prestava servizio presso la Brigata di Tarvisio Ferrovia. Partecipò dal 7.9.42 all’8.9.43 alle operazioni di guerra svoltesi lungo la fascia di copertura della frontiera orientale con le Brigate di Godovici e Govecco (Provincia di Gorizia) alle dipendenze del XXI Settore di Copertura di Idria. Il 3 aprile 1945 moriva nel Campo di concentramento di Hersbruck. Non venne rilasciato il verbale di discriminazione perché fece parte delle SS germaniche e successivamente rifiutò di farne parte. Per questo cambiamento di rotta venne internato in Germania e il conseguente decesso.
Vito NATALE, nato il 13 gennaio 1922 a Casamassima, da Nicola e da Francesca Bellomo, abitante in via Arco delle Ombre, 8, di professione contadino.
Il 28 gennaio 1942 si presentò al D. M. per chiamata alle armi e inviato al Deposito 52° Reggimento Fanteria in Spoleto. Il 22.8.42 si imbarcò a Bari sbarcando a Durazzo (Albania) e inquadrato nel 130° Reggimento Fanteria. Il 9 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi e internato in Germania.Decede in prigionia il 22.7.45 per malattia, dispaccio n. 528107\1° del 29.8.48 del Ministero della Difesa. Il 31.3.1960 gli venne conferita la Croce al Merito di Guerra.
Biglietto dello Stalag XI B, manoscritto il 2.6.44 da Vito NATALE, matricola 198996, campo di lavoro 6226, inoltrata il 12.6.44
Cari genitori, con molto piacere vengo a scrivere per farvi sapere che me la passo bene in salute, spero che sia così per voi tutti in famiglia. Cari, non riesco a capire perché tutti gli altri ricevono posta e io ancora niente. Speriamo in San Rocco, che sia artefice di una Santa Pace per tutto il mondo; solo così avremo la possibilità di riabbracciarci. Non mi prolungo, saluti a tutti i parenti e tutti coloro che chiedono di me, baci e abbracci a voi dal vostro amatissimo Vituccio.
Vitantonio GIROLAMO, nato il 9 maggio 1916 a Casamassima da Rocco e da Anna Barbieri , abitante in via Santa Chiara, 10, di professione manovale.
Il 13 marzo 1937 si presentò al D. M. per chiamata alle armi, fu inquadrato nel 29° Reggimento Artiglieria. Il 17.8.38 venne collocato in congedo. Il 6 settembre 1939 fu richiamato e inviato al Deposito del 29° Reggimento Artiglieria Albenga. Il 21.8.43 si imbarcò a Bari sbarcando a Durazzo, raggiungendo il 9° Battaglione del 29° Reggimento Artiglieria Posta Militare 37. L’8 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi e internato in Germania. Moriva in prigionia il 7.2.44 (dispaccio n. 573827/1° del Ministero Difesa Esercito Stato Civile ed Albo d’Oro in data 19.8.47); fu sepolto a Linz Donau (Austria) L’11.1.1960 gli venne conferita la Croce al Merito di Guerra.
Biglietto dello Stalag II B, manoscritto il 5.12.43 dal sergente maggiore Vitantonio GIROLAMO, inoltrato il 28.1.44 per Alberobello
Mia carissima Lina, ieri ti ho scritto una cartolina, voglio sperare se la ricevi regolarmente. Come potrai rilevare dal mio indirizzo, mi trovo ad Hammerstein in provincia di Stettino, un piccolo paese situato ai confini della Polonia dove, ad onor del vero, mi trovo bene. Cerca, quindi, di non preoccuparti della mia sorte, tanto più che presto e comunque non più tardi del mese di gennaio p. v., spero di essere in Italia dove avrò la possibilità di scriverti più frequente. Per quanto riguarda il mio stomaco posso assicurarti che, grazie al vitto tedesco (privo di conserva e di qualsiasi sostanza che possa nuocermi)) sto meglio e quanto prima spero di stabilizzarmi completamente. Il compaesano di Monopoli è stato qui, con me, circa due mesi e da una quindicina di giorni è partito, non so dove sia andato a finire, probabilmente in Italia. Del mio collega LIUZZI e degli altri compaesani non posso fornirti alcuna notizia, perché al momento dello sfacelo ognuno di noi ha seguito una strada diversa. Il nostro tesoro come sta? La mamma e Nardella? Voglio sperare che voi tutti stiate bene. Cosa è avvenuto ad Alberobello dopo l’occupazione da parte degli Inglesi? Ciò costituisce la mia preoccupazione tanto più che qui circolano delle voci sinistre. Ti esorto, quindi, a scrivermi prestissimo e cerca di non nascondermi nulla. Ti avverto che per la seconda parte della presente serve la risposta e da ora in poi spero di poterti scrivere tre volte al mese. Non altro; stai sempre tranquilla con la mamma e pregate insieme il buon Dio perché presto vi possa abbracciare. Saluta per me i parenti tutti, un abbraccio forte per il mio adorato Martino e la mamma. A te ti bacio, Antonio.
Giovanni NANNA, nato il 25 maggio 1920 a Casamassima, da Antonio e da Carmela Settanni, abitante in via Chopin (Albania residenza all’atto di arruolamento), di professione pirotecnico.
L’11.1.41 si presentò al D. M. per chiamata alle armi, fu inquadrato nel 26° Reggimento Genio presso il Comando Difesa di Tirana (Albania). Dopo l’8 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi e internato in Campo di concentramento. Il 2 aprile 1945 decedette in prigionia in Albania per scoppio di una mina e sepolto nel Cimitero Militare di Durazzo, dispaccio n 572429\1° del 4.6.47 del Ministero della Difesa Esercito Stato Civile e Albo d’Oro. Non era inquadrato in formazioni nazifaciste. Campagne: partecipò alle operazioni di guerra, dal 11.1.41 al 23.4.41, svoltesi alla frontiera greco-albanese e alle operazioni di guerra nei Balcani con il 26° Reggimento Genio. Il 18.3.1964 gli venne conferita la Croce al Merito di Guerra.
Saverio IACOVELLI, nato il 14 giugno 1920 a Casamassima, da Pietro e da Carmela D’Alessandro, abitante in via Castello, 20, di professione calzolaio.
Il 5 gennaio 1941 si presentò al D. M. per chiamata alle armi e fu inviato al Deposito Misto Truppe Egeo in Barletta per il 10° Reggimento Fanteria “Regina” in Egeo. Il Ministero Difesa Esercito determinò che l’8.9.43 era dislocato alla Base n. 24, Compagnia Mista P. M. 121 dislocata a S. Nicola di Creta e l’8.2.44 era a bordo della nave “Petrella” partita dall’Isola di Creta insieme alla scorta diretta a Pireo, verso le ore 11.00 di quello stesso giorno, appena fuori da Suda, la nave veniva colpita da siluri lanciati da un sommergibile nemico, alle 11,20 incominciò ad affondare con tutto il suo carico, 2646 soldati italiani perirono. Saverio non era compreso fra i militari tratti in salvo dai mezzi di soccorso partiti da Creta e di lui, dalla data del sinistro, non si ebbero più notizie; il medesimo ritenne perito l’8.2.44 nella circostanza di cui sopra.
Vitoronzo DE MATTIA, nato il 23 settembre 1923 a Casamassima, da Giovanni e da Maria Domenico Castellano, abitante in via Conte Torino, 20, di professione calzolaio.
Il 7 gennaio 1942 si presentò al D. M. per chiamata alle armi e inviato al 9° Reggimento Artiglieria di Corpo d’Armata in Foggia. Il 5.3.43 fu trasferito al 111° Reggimento Artiglieria di Marcia e inviato al 10° Reggimento Artiglieria di Corpo d’Armata. Il 10.3.43 si imbarcò a Bari sbarcando a Rodi (Egeo), venne inquadrato nel 35° Raggruppamento Artiglieria, 46° Gruppo, Posta Militare n. 550 dislocato a Rodi. Il 9 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi e internato nel Campo di concentramento di Rodi. L’11 febbraio 1944 era a bordo del piroscafo “Oria”.
Giuseppe SANTORSOLA, nato il 12 agosto 1919 a Casamassima, da Vito Nicola e da Filomena Evangelista, abitante in via Grillo, 14, di professione carrettiere.
Il 2 febbraio 1940 si presentò al D. M. per chiamata alle armi, inquadrato nel Battaglione Mitraglieri Autocarrato e inviato al Deposito Misto Rodi Egeo in Barletta. Il 9.2.40 si imbarcò a Bari sbarcando a Rodi per il 9° Reggimento Fanteria “Regina”. Il 9 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi e internato nel Campo di concentramento. Il dispaccio n. 32668/IA del 10.9.47 del Ministero Difesa Esercito determinò che Giuseppe Santorsola fu catturato dai Tedeschi e l’11.2.44 era imbarcato sulla nave “Oria”.
Francesco NOMPLEGGIO, nato a Casamassima il 3 ottobre 1919, da Massimo e da Laura Susca, abitante in via Grillo, 19, di professione carrettiere.
Il 4 febbraio 1940 si presentò al D. M. di Bari per chiamata alle armi, inquadrato nel 50° Reggimento Artiglieria e inviato al 14° Reggimento Artiglieria in Bari. Il 9.2.40 si imbarcò a Bari sbarcando a Rodi (Egeo), venne trasferito al 35° Reggimento Artiglieria da Posizione Posta Militare n. 550 dislocato a Rodi. L’8 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi e internato a Rodi. Il 27.9.1961 gli fu conferito la Croce al Merito di Guerra. Dagli atti risulta che era a bordo del piroscafo “Oria”.
Vito Stefano MASSARO, nato il 3 maggio 1920 a Casamassima, da Angelo e da Stella Cristantielli, abitante via Grillo, 19, di professione contadino.
Il 2 febbraio 1940 si presentò al D. M. per chiamata alle armi, inquadrato nella Compagnia Carri M13/40 e inviato al Deposito Misto Truppe Egeo in Barletta. Dall’8.2.40 al 28.11.41 venne ricoverato diverse volte all’Ospedale Militare di Bari con altrettante licenze di convalescenza. Il 28.11.41 venne inviato al Deposito Misto in Barletta. Il 5.2.43 si imbarcò per l’Egeo e assegnato alla 50ª Compagnia Mitraglieri moto-trasportata del 312° Battaglione Carri Armati. Dopo l’8 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi, l’11.2.44 era a bordo del piroscafo “Oria”.
Vitantonio SANTORSOLA, nato il 5 febbraio 1919 a Casamassima, da Vito Rocco e da Maddalena Leogrande, abitante in via Napoli, 5, di professione contadino.
Il 1° aprile 1939 si presentò al D. M. per chiamata alle armi, fu inquadrato nel 9° Reggimento Fanteria “Regina” e inviato al Deposito Misto Truppa Egeo. Il 7.2.39 si imbarcò a Bari sbarcando a Rodi (Egeo). L’8 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi e internato in Campo di concentramento. Il 2 febbraio 1944 venne dichiarato disperso in prigionia come da conferma del Verbale di Irreperibilità del Ministero Difesa – Stato Civile e Albo d’Oro con elenco n. 1 in data 3 settembre 1947. Non era inquadrato nelle formazioni nazi-fasciste.
Alessandro OROFINO, nato il 17 marzo 1920 a Casamassima, da Francesco e da Annunziata Evangelista, abitante in via Grillo, 2, di professione contadino.
Il 12 febbraio 1940 si presentò al D. M. per chiamata alle armi, inquadrato nel 9° Reggimento Fanteria e inviato al Deposito Misto Truppe Egeo in Barletta. Il 19.2.40 si imbarcò a Bari sbarcando a Rodi (Egeo). Il 21.6.40 venne trasferito nel 3° Battaglione Fanteria. L’ 8 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi e internato nel Campo di concentramento. L’1.10.43 venne dichiarato disperso durante la prigionia all’Isola di Scarpanto (Egeo). Gli venne conferita la Croce al Merito di Guerra il 20.3.1961.
Rocco MANZARI, nato l’8 giugno 1919 a Casamassima da Michele e da Antonia Bufano, abitante in Corso S. Sabino, 89, di professione manovale.
L’11 febbraio 1940 si presentò al D. M. per chiamata alle armi, inquadrato nel 50° Reggimento Artiglieria e inviato al Deposito Misto Truppe Egeo in Barletta. Il 19.2.40 si imbarcò a Bari sbarcando a Rodi (Egeo). L’8 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi e internato nel Campo di concentramento. Il 25 gennaio 1944 risultò disperso in prigionia in Rodi. Il 12 settembre 1947 il Ministero della Difesa Esercito, Stato civile e Albo d’Oro con elenco n. 5 confermò irreperibilità.
Francesco SPINELLI, nato l’11 luglio 1920 a Casamassima, da Lorenzo e da Anna Valentini, abitante in via San Michele, 26, di professione contadino.
L’11 febbraio 1940 si presentò al D. M. per chiamata alle armi, fu inquadrato nel 50° Reggimento Artiglieria e inviato al Deposito Misto Truppe Egeo in Barletta. Il 19.2.40 si imbarcò a Bari sbarcando a Rodi per raggiungere il Reparto assegnato. L’1.10.40 venne trasferito al 36° Reggimento Artiglieria da Posizione. Il 23.4.42 al Centro Mobilitazione Deposito 47° Reggimento Artiglieria. Il 27.2.43 partì per l’Isola di Creta nel 36° Reggimento Fanteria. L’8 settembre 1943 fu catturato dai Tedeschi in Creta e internato in Yugoslavia. Moriva in Yugoslavia il 26.3.47.
Antonio PERCOCO, nato il 5 aprile 1922 a Casamassima, da Leone e da Vita Maria Pastore, abitante in via Chiesa, 15, di professione calzolaio.
Il 20 gennaio 1942 si presentò al D. M. per chiamata alle armi; venne inviato al Deposito 225° Fanteria in Monopoli per inquadramento nel 10° Reggimento Fanteria. Il 20 ottobre 1943 fu dichiarato irreperibile, era a bordo della nave “Sinfra”.