76° ANNIVERSARIO DELL’ECCIDIO DELLA DIVISIONE “ACQUI”
COPIA CONFORME ALL’ORIGINALE RIASSUNTIVA DATTILOSCRITTA FIRMATA DAL COLONNELLO DI ARTIGLIERIA BRUNO TOSCANO COMANDANTE DEL CAMPO DI RACCOLTA EX INTERNATI MILITARI DI SPREMBERG, 25 AGOSTO 1945
ATTESTAZIONE GIURATA DELLE FUCILAZIONI DI “FRANCATA” E DEGLI UFFICIALI PRESSO LO SCOGLIO “CASETTA ROSSA”
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“DOPO LA CESSAZIONE DELLE OSTILITA’ LA DIVISIONE “ACQUI” E REPARTI DELLA REGIA MARINA CHE TROVAVANSI DISLOGATI AD ARGOSTOLI, FRANCATA… IL GIORNO 21 SETTEMBRE 1943 UNA CINQUANTINA DI MILITARI ITALIANI DELLA DIVISIONE “ACQUI” – FRA CUI MI TROVAVO PURE IO – UNITAMENTE AL CAPITANO MINELLI ED AL SERGENTE FURIERE TAROCCO, FURONO CONDOTTI IN LOCALITA’ ISOLATA ALLE PENDICI DI UNA COLLINA PRESSO “FEANCATA”. OTTO MILITARI TEDESCHI AGLI ORDINI DI UN MARESCIALLO LI FECERO METTERE PER TRE DI FRONTE PIAZZANDO VERSO DI LORO LE MITRAGLIATRICI IN MODO DA FORMARE UN FUOCO INCROCIATO. ACCORTOSI DELLA INTENZIONE, IL CAPITANO MINELLI ED IL SERGENTE FURIERE TAROCCO SI AVANZARONO VERSO IL MARESCIALLO PER CHIEDERE SPIEGAZIONI. MA EGLI, SENZA PROFFERIRE PAROLA SCARICO SU DI LORO LA PISTOLA MITRAGLIATRICE, FREDDANDOLI ENTRAMBI ISTANTANEAMENTE. QUINDI I TEDESCHI, AD UN CENNO DEL MARESCIALLO, APRIRONO IL FUOCO SUI RIMANENTI INQUADRATI, FINENDO GLI AGONIZZANTI E QUELLI CHE AVEVANO ANCORA SEGNI DI VITA CON UN COLPO DI FUCILE AL CAPO. QUANDO RITENNERO CHE TUTTI FOSSERO MORTI, I TEDESCHI SI DIEDERO A DEPREDARE I CADAVERI DI QUANTO AVEVANO IN DISSO E CHE TORNASSE UTILE A LORO: SCARPE, PORTAFOGLI, OROLOGI, ANELLI ED ALTRO ANCORA. ANDARONO POI VIA LASCIANDO LA’ I CADAVERI INSEPOLTI. AL MOMENTO IN CUI VENNE APERTO IL FUOCO ISTINTIVAMENTE MI BUTTAI IN TERRA RIMANENDO TUTTAVIA FERITO AL FIANCO SINISTRO DA UNA PALLOTTOLA CHE MI AVEVA COLPITO DI STRISCIO. RIMASI IN QUELLA POSIZIONE, COPERTO DAI CADAVERI DEI COMPAGNI CHE DURANTE LA ESECUZIONE MI ERANO CADUTI ADDOSSO, E PER QUALCHE TEMPO, NE’ I TEDESCHI SI ACCORSERO CHE IO ERO ANCORA IN VITA. DOPO IL LORO ALLONTANAMENTO, ATTESI IL MOMENTO OPPORTUNO PER DARMI ALLA FUGA…”
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“VERSO LE ORE 10 DEL 23 SETTEMBRE, CON DUE AUTOCARRETTE, FURONO TRASPORTATI IN UNA VILLETTA VICINO AL PORTO DI ARGOSTOLI. DOPO UN SIMULACRO PROCESSO, FURONO CONDOTTI PRESSO AD UNO SCOGLIO, ACCANTO AL QUALE SI TROVAVA UN BURRONE. QUIVI, POSTI DI FRONTE, FURONO TUTTI PASSATI PER LE ARMI. LE FUCILAZIONI SI SUSSEGUIRONO NEI GIORNI 23, 24 E 25 SETTEMBRE 1943; ED OLTRE 500 UFFICIALI RIMASERO VITTIME DI TALE ESECUZIONE. AL TERMINE DI OGNI ESECUZIONE, 20 MARINAI ITALIANI COMANDATI, BUTTAVANO I CADAVERI DEGLI ESECUTATI NEL BURRONE SOTTOSTANTE. LA SERA DEL 25, VERSO LE ORE 22 – SEMPRE A MEZZO DI MARINAI ITALIANI – I CADAVERI DEGLI UFFICIALI FUCILATI, CARICATI SU AUTOCARRETTE, FURONO TRASPORTATI AL PORTO DI ARGOSTOLI, QUI CARICATI SOPRA UN ZATTERONE E PORTATI IN ALTO MARE. DEI CADAVERI STESSI . CHE I TEDESCHI AFFERMAVANO SAREBBERO STATI TRASPORTATI IN ITALIA – NE’ DEI MARINAI ADIBITI ALLA MACABRA OPERAZIONE, MAI PIU’ NULLA SI SEPPE…”
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MEDAGLIE D’ORO AL V. M. AI REPARTI DELLA DIVISIONE “ACQUI” – Vitoronzo Pastore”